Stemma araldico

Gli stemmi araldici dei reparti dell’esercito hanno origini antiche e rappresentano un legame tra tradizione e identità militare. Sin dal Medioevo, gli emblemi distintivi sono stati utilizzati per identificare le forze armate e i loro comandanti sui campi di battaglia, facilitando il riconoscimento tra alleati e avversari. Con l’evoluzione degli eserciti nazionali, l’araldica militare si è strutturata in modo più formale, assegnando a ogni unità uno stemma che ne rappresenta la storia, le imprese e i valori.
Nell’epoca moderna, gli stemmi araldici dei reparti dell’esercito sono regolati da precise norme che ne definiscono la composizione e il significato. Elementi grafici come scudi, spade, leoni, aquile e torri sono spesso impiegati per simboleggiare forza, coraggio e difesa del territorio. Ogni stemma è accompagnato da colori specifici e da un motto che sintetizza l’identità del reparto. In Italia, l’araldica militare è regolamentata dall’Ufficio Onorificenze e Araldica dell’Esercito, che si occupa di conferire e registrare gli emblemi delle unità operative.
Durante il periodo napoleonico, gli eserciti europei adottarono un sistema di identificazione basato su stemmi e insegne che permetteva di distinguere rapidamente le unità sul campo di battaglia. L’organizzazione degli stemmi militari si perfezionò ulteriormente nel XIX secolo, con la creazione di reggimenti permanenti dotati di simboli ufficiali. Nel XX secolo, con la nascita degli eserciti moderni, l’uso degli stemmi si consolidò, divenendo parte integrante dell’uniforme e dell’equipaggiamento militare.
Oltre alla funzione distintiva, gli stemmi militari rappresentano un simbolo di continuità tra il passato e il presente, preservando la memoria delle campagne militari e delle decorazioni ottenute dai reparti. Molti stemmi includono riferimenti a battaglie storiche o a tradizioni ereditate da unità più antiche, rafforzando il senso di appartenenza tra i soldati. Alcuni reparti storici, come quelli degli Alpini o della Brigata Paracadutisti “Folgore”, mantengono simboli che risalgono alla loro fondazione e che evocano il coraggio e lo spirito di sacrificio delle generazioni precedenti.
Nel contesto internazionale, ogni nazione ha sviluppato un proprio sistema araldico per le forze armate, spesso influenzato dalle tradizioni storiche locali. In Gran Bretagna, ad esempio, i reggimenti dell’esercito hanno insegne che risalgono all’epoca medievale e che vengono tramandate di generazione in generazione. Negli Stati Uniti, ogni divisione e unità dell’esercito possiede un distintivo unico che ne riassume la storia e le campagne militari. In Francia, l’araldica militare segue ancora oggi le convenzioni stabilite durante l’Ancien Régime e adattate nel corso dei secoli alle esigenze dei moderni reparti operativi.

 

 

 

 

 

 

Successivamente con circolare 121 di SME in data 9 febbraio 1987 l’ ornamento posto sopra lo scudo veniva sostituito da una corona turrita formata da un cerchio, rosso all’ interno, con due cordonate a muro sul margine sostenente otto torri ( cinque visibili). Le torri hanno foggia rettrangolare e dieci merli alla Guelfa ( quattro dei quali angolari ), sono munite di una porta e di una sola finestra e sono unite da cortine di muro, ciascuna finestrata di uno. Il tutto è d’ oro e murato in nero.