26° Gruppo Sqd. ALE “Giove”- origini e vicende organiche


Il dopo Bosnia si apriva infatti come un periodo di ripensamento sulla struttura ed i compiti del reparto, aggravato purtroppo dalle carenze tecnico-logistiche manifestatesi in tutta l’AVES a causa dei ripetuti tagli apportati al bilancio della Forza Armata. Prova ne era lo Squadrone Exchange organizzato nel maggio del 1998 con i colleghi del 4° RHCM dell’ ALAT, anch’essi reduci dalla Bosnia, in occasione del quale i
 cinque piloti ed i tre specialisti inviati dal Gruppo dovevano raggiungere la base di Nancy senza elicotteri per risparmiare ore di volo.
Con l’ arrivo dell’ estate il Gruppo doveva fornire per la prima volta il suo concorso nelle operazioni antincendio direttamente dalla base di Pisa. Allo scopo metteva a disposizione del COAU l’ AB-205 e l’equipaggio di “pronto impiego” giornaliero.
A settembre il Gruppo aveva modo di partecipare anche ad una esercitazione multinazionale dell’ACE Rapid Reaction Corps (ARRC), l’ “Assegai Eyes 98” organizzata nella Toscana e nell’ Alto Lazio, impiegandovi due AB-205.
Per fronteggiare la minore disponibilità di ricambi e semplificare l’attività manutentiva, veniva deciso di cedere i tre AB-412 in dotazione e standardizzare successivamente tutta la linea di volo del Gruppo sull’ AB-205, in attesa di ricevere nuove macchine. Tutto ciò nell’ambito di un progetto di riorganizzazione e specializzazione del reparto alle “operazioni speciali” da condurre con il 1° Reggimento Carabinieri
 Paracadutisti “Tuscania” ed il 9° Reggimento d’Assalto “Col Moschin”, da sempre assidui utilizzatori degli elicotteri del 26°.
Il primo AB-412 lasciava il reparto a luglio; l’ultimo a novembre, in conseguenza di cui il giorno 16 dello stesso mese gli Squadroni venivano riconfigurati su tre Sezioni ciascuno, assumendo la nuova numerazione di 261° e 262°.
Il 1999, ultimo anno prima dell’ ingresso nel nuovo millennio, si è aperto poi il 26° come l’anno decisivo per la definizione del suo assetto futuro. Molti i problemi sul tappeto: dalla realizzazione della nuova base da troppo tempo rimandata, all’ acquisizione di nuove macchine dedicate agli impieghi speciali con cui rinsanguare la linea di volo.
Nel frattempo il Gruppo non ha mancano di assicurare il suo supporto al neocostituito 7° Reggimento AVES “Vega” di Rimini, fornendo elicotteri
 AB-205 ed ai primi di luglio anche un equipaggio di volo ed un team di terra con relativo shelter per il ciclo operativo in Macedonia, lo stesso ha fatto a settembre per la missione di pace a Timor Est, fornendo suo personale.
Tuttavia la ristrutturazione avviata in seno all’AVES chiude sicuramente un’epoca anche per il 26° Gruppo, ma i suoi oltre trent’anni di splendida storia costituiscono un patrimonio spirituale e professionale che consentirà di affrontare ogni trasformazione.

Tratto da “Volando sul campanile” di Paolo Farina