Emilio Bianchi

Nasce a Carrara (Massa Carrara) il 24 ottobre 1849

Deceduto a Pisa il 3 agosto 1911
Laurea in Giurisprudenza; Docente universitario, Avvocato

Commemorazioni
AP, Camera dei deputati, Discussioni, 24 febbraio 1912
Il Giornale d’Italia, 5 agosto 1911
Corriere della Sera, 4 agosto 1911

Emilio Bianchi nacque a Carrara nel 1849, in una famiglia benestante che lo incoraggiò negli studi. Fin dalla giovane età, dimostrò una notevole intelligenza e una passione per il diritto, che lo portarono a trasferirsi a Pisa per proseguire la sua formazione accademica. Qui, si distinse come uno studente brillante e assiduo, guadagnandosi presto la stima dei suoi professori e compagni di corso. Dopo aver completato gli studi in giurisprudenza, Emilio Bianchi intraprese una carriera accademica di successo, diventando un eminente civilista. Le sue opere, in particolare quelle sulla legislazione agraria, gli valsero una cattedra universitaria e un riconoscimento diffuso nella comunità accademica. Parallelamente, iniziò a esercitare la professione di avvocato, diventando noto per l’acutezza e la genialità delle sue argomentazioni. La sua abilità professionale e la tenacia con cui affrontava il lavoro quotidiano gli fecero guadagnare l’invidia e il rispetto anche dei colleghi più giovani. La carriera di Emilio Bianchi non si limitò all’ambito accademico e legale. Egli si dedicò con passione alla vita pubblica, rappresentando con amore e dedizione il collegio di Lari. Si distinse per la sua integrità e per il suo impegno a mantenere la politica immune dalle influenze corruttive del denaro. Come politico, fu sempre fedele agli ideali più elevati e riuscì a guadagnarsi il rispetto anche dei suoi avversari. Emilio Bianchi ricoprì numerosi incarichi di rilievo. Fu presidente della Provincia di Pisa, della Cassa di Risparmio, dell’Ufficio dei Fiumi e Fossi, e di molte altre istituzioni e commissioni importanti. La sua intelligenza preclara e la sua operosità instancabile lo portarono a essere una delle personalità più influenti della provincia. Nonostante qualche impeto e sdegno che gli procurò avversioni, il suo cuore d’oro e la sua capacità di ritornare freddo e pensieroso dopo momenti di accensione lo resero ammirato da chi lo conosceva da vicino. Emilio Bianchi era noto per il suo carattere modesto e schivo. Preferiva dedicarsi agli affetti domestici e agli studi prediletti piuttosto che ai rumori della vita pubblica. Il suo temperamento tenace, agile e pronto, insieme alla sua bontà d’animo, gli fecero guadagnare l’amore e la stima dei familiari, degli amici e dei conoscenti. La salute di Emilio Bianchi iniziò a deteriorarsi mesi prima della sua morte, nonostante la sua fibra gagliarda avesse fatto sperare in una ripresa. Tuttavia, il 61enne Emilio Bianchi si spense la sera di giovedì, lasciando un vuoto profondo nella famiglia e un grande cordoglio tra amici e conoscenti. La sua scomparsa fu un lutto non solo per Carrara, la sua città natale, e Pisa, dove si era formato e affermato, ma per tutta la provincia che lo annoverava tra le sue personalità più cospicue e amate. In ricordo di Emilio Bianchi, il “Ponte di Pisa” espresse le più vive condoglianze ai suoi cari, con un pensiero speciale per il figlio Giovan Battista Bianchi, noto affettuosamente come Bistino, stringendogli la mano con effusione fraterna in un momento di immenso dolore. Emilio Bianchi fu una figura di primo piano nella vita accademica, professionale e pubblica della sua provincia. La sua eredità di integrità, dedizione e amore per il bene pubblico rimane un esempio per le generazioni future.

Roberto Marchetti

 

 

Il settimanle Il Ponte di Pisa nell’edizione di domenica 6 agosto 1911 ricordava la figura di Emilio Bianchi con questo articolo

A 61anno di età, quando la fibra gagliarda e ben composta aveva fatto sperare che sui lunghi acciacchi del male che lo tormentava da mesi avrebbe avuto presto rivincita, la salute, fra la quotidiana trepidazione dei suoi cari che pietosamente si illusero fino all’ultimo momento di non essere colpiti da si immane sventura, l’on. prof. avv. Emilio Bianchi, si é spento Giovedì sera, lasciando nel lutto profondo la famiglia e nel cordoglio gli amici ed i conoscenti.

La morte di Emilio Bianchi è lutto oltre che di Carrara che lo vide nascere nel 1849 e di Pisa che lo ammirò giovanetto, assiduo ed intelligente negli studi del diritto e poi fatto adulto rappresentante suo elettissimo in tutti gli uffici più importanti, anche della provincia intera che lo corntò fra le sue personalità cospicue.

Anzi, si può dire senza timore di esagerare, che egli fu la prima personalità della nostra provincia. Perché in breve giro di anni, e non gli manco più dopo la stima che in mezzo a tanta simpatia aveva conseguito, lo ebbero caldo, amoroso ed autorevole patrocinatore tutti i più grandi interessi provinciali, e non vi fu elezione politica nella quale il nome suo non fosse desiderato come il segnacolo della tutela pubblica maggiore per ogni collegio. Ma fu modesto di soverchio; e schivò molte volte gli onori e trepido moltissime volte dinanzi ai rumori della vita pubblica, desideroso di rinchiudere tutta l’anima sua fra gli affetti domestici, le affaticate veglie degli studi prediletti e le incessanti cure della professione.

Emilio Bianchi fu civilista di primo ordine e lo attestano le opere di lui, specialmente quelle di legislazione agraria che gli fruttarono la cattedra universitaria; fu avvocato di grido per l’acutezza e la genialità dell’argomentazione; e professionista provetto dié prova nel lavoro di tutti i giorni di un temperamento tenace, agile e pronto che anche i più giovani gli invidiavano.

Con amore rappresentò il collegio di Lari che cercò di mantenere immune dalla tabe dei mercanti della politica e del danaro; serbó nell’arringo politico la fedele devozione degli spiriti più eletti e ne fu orgoglioso; alla Provincia, dai banchi di consigliere, e da quelli di presidente della deputazione e di presidente del Consiglio – ufficio che teneva ancora – diresse ogni suo pensiero al bene pubblico, si che nel fragore anche più acre delle lotte e delle passioni non scorse intorno a sé nemici ma soltanto avversarii.

Fu presidente della Cassa di Risparmii, del’ Uficio dei Fiumi e Fossi, di Istituti, di Commissioni importanti: e sedette per molti anni nel consesso municipale.

Non vi è stato mai cittadino che nella città nostra e nella provincia abbia ricoperto ufficii più ragguardevoli ed in maggior numero di quelli che Egli ricopri: ed è vanto questo che va reso alla sua intelligenza preclara, alla sua operosità instancabile.

Ebbe, è vero, alcune volte impeti e sdegni che gli procurarono furiose avversioni: ma l’uomo che aveva il temperamento tessuto di nervi come è quello di tutti i lavoratori, aveva un cuore d’oro; e passata la fugace accensione ritornava freddo, pensieroso e per ciò più amoroso di prima, e chi lo conobbe da vicino e ne investigo l’anima, non poté che ammirare i pregi di lui ed tesoro infinito della sua bontà!

A tutti i congiunti di Emilio Bianchi manda il Ponte di Pisa le più vive ed affettuose condoglianze; ma col cuore di vecchio amico io voglio qui ricordare il figlio di Lui, l’avv. Giovan Battista Bianchi, ed esprimergli tutto il dolore che io provo per la morte del suo padre amatissimo. A Bistino, al povero Bistino colpito nel suo affetto più grande, stringo la mano con la effusione della solidarietà fraterna al suo immenso lutto, nella più triste ora dell’ angoscia.

E.M.

Fonte:

Camera dei Deputati portale storico

Il Ponte di Pisa n.32 del 06 agosto 1911