Elicottero D’AT3

Corradino D’Ascanio, ingegnere e inventore italiano, è noto per i suoi contributi pionieristici nel campo dell’aviazione e del design industriale. Tra le sue numerose invenzioni, l’elicottero D’AT3 rappresenta una pietra miliare nella storia del volo verticale. Negli anni ’20, l’elicottero era ancora un sogno, malgrado i tentativi di pionieri come Enrico Forlanini, che nel 1877 aveva costruito un modello con motore a vapore. D’Ascanio iniziò a interessarsi agli elicotteri al suo rientro in Italia nel 1920, dedicandosi allo sviluppo di una macchina a volo verticale. Nel 1925, fondò una società con il barone Pietro Trojani, con l’obiettivo di promuovere l’industria aviatoria in Abruzzo. Da questa collaborazione nacquero i prototipi D’AT1 e D’AT2, che però non riuscirono a ottenere risultati significativi. Il terzo prototipo, denominato D’AT3 (acronimo di D’Ascanio-Trojani 3), fu commissionato dal Ministero dell’Aeronautica per un importo di 600.000 lire e realizzato nelle officine del Genio Aeronautico a Roma. Le prove di volo si svolsero presso l’aeroporto militare di Ciampino Nord, con il maggiore Marinello Nelli come pilota collaudatore. Nell’ottobre del 1930, il D’AT3, equipaggiato con un motore Fiat A.50 S da 90 HP, stabilì diversi primati internazionali: l’8 ottobre effettuò un volo con ritorno senza scalo della durata di 8 minuti e 45 secondi, il 10 ottobre coprì una distanza in linea retta senza scalo di 1.078,60 metri e il 13 ottobre raggiunse un’altezza di 18 metri sul punto di partenza. Questi record rimasero imbattuti per diversi anni, attestando l’avanzamento tecnologico rappresentato dal D’AT3. L’elicottero attirò l’attenzione dei media: la Domenica del Corriere gli dedicò la copertina, e numerosi quotidiani riportarono la notizia in prima pagina. Nonostante l’interesse della Regia Marina e l’incoraggiamento verbale del capo del governo, Benito Mussolini, i finanziamenti non furono rinnovati. Di conseguenza, il D’AT3 venne abbandonato nell’hangar dirigibili di Ciampino, e le prospettive di perfezionamento e sfruttamento commerciale del prototipo svanirono. Nonostante le difficoltà incontrate, il D’AT3 rappresenta un’importante tappa nello sviluppo degli elicotteri moderni. Nel 1975, l’Aeronautica Militare, su iniziativa del generale Domenico Ludovico, realizzò una replica a grandezza naturale del D’AT3 presso l’aeroporto di Pisa, basandosi sui disegni originali e sotto la supervisione dello stesso D’Ascanio. Questa replica è attualmente conservata nel Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, insieme a un piccolo elicottero per uso agricolo progettato successivamente dall’ingegnere abruzzese. L’elicottero D’AT3 di Corradino D’Ascanio rimane un simbolo dell’ingegno italiano e della passione per l’innovazione nel campo dell’aviazione.
Roberto Marchetti
Fonte: Focus.it