Diario del Ten Mauro Pietro

Sul fronte del 187° e 186° rgt. Folgore il tiro di artiglieria nemico fu mantenuto costante e massiccio per tutta la giornata ed il lancio dei proietti fumogeni ebbe il compito di occultare il movimento dei carri armati che si raccoglieranno per puntare verso un particolare settore del nostro schieramento: il Raggruppamento Ruspoli, disposto tra i due reggimenti, ed il V° btg. del 186° rgt..
La nostra artiglieria divisionale pertanto impossibilitata di poter individuare quale sarebbe stata l’azione nemica ed il punto ed il punto di frantumazione, scelto sul nostro fronte, non potè distrarre dai compiti normali di protezione i nostri pezzi, mentre l’art. della Div. Pavia, cui era stato assegnato il compito alle dipendenze tattiche del Com. della Div. di proteggere il settore tra il VII ed il V btg., fu colta di sorpresa dall’azione del nemico ed ebbe gravi momenti di incertezza se ritirare i propri pezzi dinanzi alla incombente minaccia della massa corazzata nemica, che era in movimento o se resistere.
Cosicché il nemico ebbe tutto il tempo dopo aver allungato il tiro di artiglieria su tale settore di lanciare sulle linee di sicurezza del Ragg. Ruspoli speciali carri sminatori, che aprirono un varco tra i campi minati, lasciando il passo ad una div. cor. seguita della div. di ftr. 44^ e 50^, pur mantenendo il fronte del 187° e 186° A. sotto il tiro delle artiglierie. D’altra parte sin dalle prime ore i collegamenti con il Ragg. Ruspoli erano stati interrotti dal massiccio bombardamento e nulla si sapeva della sorte del VII e VIII battaglione.
I gruppi anticarro quindi di questi due battaglioni dovettero contrapporsi quasi da soli all’ingente massa corazzata nemica, senza poter riuscire ad evitare che le forze corazzate sorpassassero i campi minati e si incuneassero tra i capisaldi degli avamposti.
Tra il Col. Daidda comandante dell’art. della Div. Pavia ed il Magg. Verando, capo di Stato Maggiore, ci fu uno scambio drammatico di telefonate e, finalmente, la sera dello stesso giorno, l’art. della Div. Pavia rassicurata iniziò il suo fuoco di sbarramento sul settore del VII battaglione. Frattanto i mezzi corazzati nemici incuneati tra i capisaldi della 6^ cp., comandata dal Cap. Marengo, della 19^, comandata dal Cap. Salerno della 24^, si videro costretti a fermare la loro azione per la tenace resistenza opposta dai pezzi anticarro e per la reazione, da parte dei paracadutisti rintanati al riparo dei loro capisaldi, contro le fanterie che seguivano le masse corazzate.
I pezzi anticarro del VII ed VIII btg. furono micidiali per i nemico ed essi colpirono fino alle ultime risorse di munizioni.
Attorno ad un nostro pezzo anticarro si videro cadere 9 dei dodici serventi e soltanto tre superstiti pur essendo feriti riuscirono a ripiegare su ordine del loro serg. Magg. Pirlone, il quale rimasto con le gambe recise da una granata e privo di munizioni attesa l’avanzare dei fanti inglesi, uccidendosi, al loro apparire, con un colpo di rivoltella alla tempia, per non cadere prigioniero.
Dal loro canto, i paracadutisti asserragliati nelle loro buche avevano costretto con il loro fuoco le fanterie ad inchiodarsi al riparo delle anfrattuosità del terreno, sicché i carri armati dovettero preoccuparsi di affrontare le varie postazioni, una per una, con l’intento di eliminarle e disimpegnare i propri fanti.