Dopodiché il bombardamento aereo cessò ed il martellamento dei grossi calibri infierì nelle zone restanti alle nostre linee, ed il nemico iniziò la sua avanzata, usando come forza di rottura fanterie scelte, seguite da carri armati.
I mezzi corazzati curavano di mantenersi fuori tiro delle nostre artiglieria, mentre si distinguevano nettamente due reggimenti (il Quenz Royal ed il Westkent) rinforzati da altri elementi, dirigersi verso i nostri capisaldi, su cui l’artiglieria nemica aveva profuso almeno 20.000 colpi di fuoco.
La battaglia del 30 settembre fu un tentativo di sfondamento del nemico nel settore del 187° rgt. Folgore, su cui gli inglesi concentrarono il massimo dello sforzo.
L’ordine era quello di attendere in silenzio che i reparti nemici si incuneassero nelle maglie del nostro sistema a caposaldo e quindi controbattere all’arma bianca.
La reazione dei paracadutisti fu violenta ed inaspettata dal nemico che ne fu sgomento, ed mentre i carri armati, bersagliati dalla nostra artiglieria, volgevano la schiena, i fanti inglesi dopo due ore di combattimento ebbero l’ordine di ritirarsi.
Il loro tentativo era fallito con il bilancio di 120 uomini morti, 280 prigionieri, mentre i nostri caduti furono 24 di cui 6 ufficiali, 18 di cui 8 uff. i feriti.
Nel bollettino n. 858 fu riportato il combattimento del 30 novembre e fu una nuova tappa, che riaffermò nel mondo il valore del soldato italiano.
Ma i combattimenti del settembre, i violenti bombardamenti le azioni di pattuglie, le malattie tropicali avevano ridotto gli effettivi dei reparti paracadutisti.
Il 187° rgt. maggiormente provato, era rimasto in piedi con solo IX, pur avendo assorbito l’8° ed il X, ed ad esso furono aggregati nell’ottobre, il II e il IV btg.
Il Reggimento, così formato, non superava gli effettivi di 1200 uomini ed era schierato nella zona di El Hymeinat tra un battaglione di parac. Tedeschi, alla sinistra, e due battaglioni della Folgore alla destra, comandati dal Ten. Col. Ruspoli, il quale aveva il compito di raccordare il 187° Rgt. con 186° rgt Folgore.
La prima quindicina di ottobre non fu caratterizzata da azioni di massa da parte del nemico; gli inutili tentativi di sfondamento compiuti nei precedenti combattimenti e le enormi perdite, lo avevano indotto a preparare la nuova offensiva con mezzi superiori e con l’intento di investire tutto il fronte italiano, concentrando poderosi sforzi con una enorme massa di rottura su alcuni pun ti.
Tuttavia i bombardamenti aerei nemici e quelli terrestri continuarono a svilupparsi e a mietere vittime fra le nostre file, mentre la nostra azione si svolgeva unicamente attraverso l’opera assidua ed eroica dei nostri pattuglioni che sin dal mese di settembre avevano in tale forma di combattimento la preponderanza.
Queste sortite notturne in cui avevano primeggiato fino allora le truppe neozelandesi fruttavano prigionieri, armi, viveri e munizioni e avevano vigilante ed operosa l’attenzione del nemico.