C.V. Colonnello Guido Bulsei

Il Colonnello Guido Bulsei, nato a Avezzano (AQ) il 08/06/1971, ha frequentato il 172° Corso dell’Accademia Militare di Modena (1990-1992). Al termine della Scuola d’Applicazione presso la Scuola Trasporti e Materiali, è stato assegnato al Battaglione Logistico “Pinerolo” a Bari dove ha ricoperto l’incarico di Comandante di Plotone.
Trasferito presso il Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore” a Pisa, dal 1995 ha svolto gli incarichi di Comandante di Plotone Trasporti Medi, Comandante di Compagnia Trasporti e di Compagnia Rifornimenti.
Nel 2000 è stato avviato ai corsi di volo presso le scuole della Marina degli Stati Uniti, terminando l’addestramento nell’anno 2001 con l’abilitazione al pilotaggio di aerei. Rientrato al reparto, riconfiguratosi in 6° Reggimento di Manovra, ha svolto l’incarico di Capo Ufficio OAI.
Nel 2003 è stato trasferito presso il 28° Gr. Sqd. AVES “Tucano”, dove, oltre ad essere impiegato come pilota operativo di DO228, P180 e Shadow 200, ha svolto le mansioni di Capo Sezione OAIC. Nel 2010, è stato trasferito presso il Comando Aviazione dell’Esercito come Capo Sezione Coordinamento Operativo. Nel 2012 ha assunto il comando del 28° Gr. Sqd. AVES “Tucano”.
Nel 2015 è stato nuovamente assegnato al Comando Aviazione dell’Esercito per ricoprire l’incarico di Capo Ufficio C4-EW, successivamente, nel 2018, è stato assegnato al 1° Reggimento AVES “Antares” con l’incarico di Capo Ufficio Logistico.

Dal 18 settembre 202o al 21 settembre 2022 assume il comando del Reggimento Logistico Paracadutisti  “Folgore”

Il Colonnello Bulsei ha partecipato alle seguenti missioni internazionali:
– SARAJEVO-BOSNIA ERZEGOVINA (“JOINT ENDEVOUR”) nel 1996-1997
– SARAJEVO-BOSNIA ERZEGOVINA (“JOINT GUARDIAN”) nel 1999
– ANTARTIDE (“XVIII Spedizione di ricerca nazionale nel continente Antartico”) nel 2002-2003
– NASSIRYA-IRAQ (“Antica Babilonia”) nel 2003
– NAQOURA-LIBANO (“UNIFIL”) nel 2015-2016
– HERAT-AFGHANISTAN (“RESOLUTE SUPPORT”) nel 2017-2018
– HERAT-AFGHANISTAN (“RESOLUTE SUPPORT”) nel 2020

Laureato in Scienze dell’Informazione ed in Scienze Politiche ha conseguito il Master di II livello in Scienze Strategiche.

Per il servizio prestato è stato insignito delle seguenti onorificenze:
– Croce commemorativa per le operazioni in BOSNIA
– Medaglia Commemorativa NATO – Operazioni in EX YUGOSLAVIA
– Medaglia Commemorativa Ricerca Scientifica in ANTARTIDE
– Croce Commemorativa per attività di soccorso in IRAQ
– Croce Commemorativa per la missione di pace in LIBANO
– Medaglia Commemorativa ONU per operazione UNIFIL
– Croce Commemorativa nazionale per le operazioni in AFGHANISTAN
– Croce d’oro per anzianità di servizio

Il Col. Bulsei è sposato con la signora Carla ed ha due figli, Gabriele e Pietro.

 

 

 

 

 

Antonio Cadoni

 

C.M. par.Antonio Cadoni

La Nuova Sardegna ed.
sezione: SASSARI data: 20/8/2019 – pag: 31
I FUNERALI»OGGI ALLE 15,30 AD ALGHERO
«Antonio, un soldato esemplare»
Anche i compagni della Folgore per l’ultimo saluto al parà algherese morto nell’incidente di domenica
di Luigi Soriga
ALGHERO
Ieri sera, i suoi commilitoni della Folgore, si sono imbarcati sul traghetto da Genova. Antonio Cadoni, 29 anni da compiere, primo caporal maggiore nei parà di Pisa, avrebbe gradito un ultimo saluto con il picchetto d’onore. La Folgore di Pisa, dal 2014, era diventata la sua seconda famiglia. I suoi compagni di reggimento, oggi, alle 15,30, lo accompagneranno ai funerali nella chiesa di San Giuseppe. Il corteo partirà alle 15 dall’ospedale civile di Alghero. «Quando abbiamo saputo dell’incidente – dice il tenente colonnello Daniele Sagliocca – siamo rimasti sconvolti. È difficile accettare che un giovane così vitale, così appassionato, possa spegnersi in questo modo. Da Pisa ci siamo immediatamente mobilitati per venire ad Alghero».«Era un soldato esemplare, e non lo dico per retorica. Il suo comportamento, in questi cinque anni, è stato sempre irreprensibile. Era un ragazzo d’oro, preciso, meticoloso, innamorato per davvero della vita militare». Si era arruolato come volontario subito dopo il diploma di elettrotecnico alle Industriali. Sognava di entrare nei parà, e con determinazione era approdato al reggimento logistico della Folgore di Pisa. Viveva in caserma, in carrozzeria si occupava della manutenzione dei mezzi su ruota. Ma se aveva scelto un reparto così esclusivo e duro, è perché amava anche l’azione e l’adrenalina. Nel 2018 aveva partecipato alla missione in Libano. «Al ritorno – racconta il colonnello Sagliocca – era stato elogiato. Non stiamo parlando di un complimento o di una pacca sulla spalla. Antonio Cadoni si era distinto e aveva ricevuto un riconoscimento formale al suo valore di soldato».«Ho chiamato la mamma per le condoglianze. Era sconvolta e disperata. Mi ha colpito molto, perché nonostante il suo immenso dolore ha voluto ringraziare la Folgore. Perché evidentemente il figlio era felice di stare in questa sua seconda famiglia».Ma non appena andava in licenza, Antonio Cadoni prendeva un aereo e ritornava ad Alghero. Smetteva i panni del parà, ma non la mimetica. Infatti l’appuntamento con i suoi amici della Lethal Caliber soft air, con i quali condivideva la passione per la guerra simulata, era fisso. «Uno di noi! – lo salutano su Fb – La squadra dei Lethal tutta piange per la scomparsa del nostro fratello. Il vuoto che sentiamo dentro è incolmabile. Ti ricorderemo ogni volta che guarderemo il cielo». Domenica invece aveva scelto di fare una gita con la sua Kawasaki. «Amava i motori – racconta Maurizio – conoscevo Antonio da ragazzino. Le moto erano una passione in comune. Abbiamo studiato insieme. Ogni tanto lo vedevo girare ad Alghero con una Punto Abarth: nuova, fiammante, nera, con le strisce rosse. La teneva sempre in ordine e pulita: rispecchiava il suo carattere. Quella vettura era come lui».Nella passeggiata sull’Alghero-Bosa lo accompagnava un amico. Antonio Cadoni davanti, l’altro dietro. Hanno superato alcune auto, domenica la strada era trafficata. Al chilometro 3 c’è una semicurva, non particolarmente insidiosa, facilmente addomesticabile con una lieve piega. Ma le ruote hanno perso aderenza, e non per la particolare velocità, stando alla ricostruzione della polizia stradale. La moto si è rovesciata su un lato, e il parà ha cominciato a scivolare sull’asfalto, finendo dentro la corsia opposta. La sua sfortuna è stata che in quel preciso istante stava arrivando una Ford Fiesta. A bordo marito e moglie. Fanno in tempo a scorgere un’ombra rapida che gli viene incontro. Poi la botta sotto il paraurti. Troppo violenta per concedere una minima speranza.