Figli di nessuno

Figli di nessuno

tra le rocce noi marciam
ci disprezza ognuno
perché laceri noi siam
ma se ce n’è uno
che ci sappia comandar e dominar
figli di nessuno
anche a digiuno
saprem marciar.

Siamo nati chissà dove chissà quando
allevati nella pura carità
senza padre, senza madre, senza inganno
noi viviamo come uccelli in libertà.
Figli di nessuno,
tra le rocce noi viviam
ci disprezza ognuno,
perché laceri noi siam
ma se ce n’è uno
che ci sappia comandar e dominar
figli di nessuno
anche a digiuno
saprem marciar .
Figli di nessuno
anche a digiuno
saprem marciar .

Franco Filiberto

Franco Filiberto

Nato nel luglio del 1948 in Calabria. Per circa dieci anni  è stato Ufficiale presso la Brigata Paracadutisti Folgore a  Livorno, fu trasferito a Pisa nella Caserma Artale nell’estate del 1975 (nella stessa Caserma operava il 3° Rgt art. che con la ristrutturazione dell’Esercito viene sciolto il 30 settembre 1975).

Fino all’11 ottobre 1975 fu il Comandante del Nucleo Stralcio in qualità di Ufficiale più anziano, del costituendo Battaglione Logistico.
Vive e lavora a Pisa dove svolge, nella sua agenzia, l’attività di pubblicitario con il ruolo di Art director.

Appassionato di paracadutismo ed immersione subacquea, ama i viaggi, l’arte, l’enigmistica, la lettura, il cinema, la fotografia e, più in generale, tutte le forme di espressione artistica.
 Coltiva con caparbietà e alterna perseveranza la passione per la scultura.

Quella per la scrittura è una passione che nasce negli anni dell’adolescenza e si limita a racconti brevi e poesie.

Da suo padre, assiduo lettore di gialli, ha ereditato, oltre a un numero consistente di libri, la passione per questo genere letterario e per l’enigmistica.

Ha aspettato fino all’età matura per tentare l’avventura della pubblicazione.

Suoi racconti, prevalentemente gialli, sono presenti in varie raccolte.

Il suo thriller Le ali sulla pelle è stato premiato al Festival Internazionale Giallo Garda 2015 e al Holmes Awards 2016.

Nel 2016 ha pubblicato una raccolta di racconti gialli dal titolo Di nuvole, brugole ed altri misteri, premiato al Festival Internazionale Giallo Garda 2016.

Nel dicembre 2016 ha pubblicato il thriller La mossa del gambero.

Con la Oakmond Publishing pubblicherà una serie di racconti gialli e ironici.

 

Sinfonia

 

 

 

 

 

 

 

Se anche siamo soli

Se anche siamo soli

Alla nostra marcia
fate largo voi popoli
siamo stati consacrati all’agire viril;
se anche siamo soli le nostre schiere vanno
attraverso il nemico sanguinante ormai;
lo sguardo in avanti,
serrato abbiamo i denti
rimbomba la strada il nostro passo sonor! Del sol la luce
sarà dentro noi parà,
laggiù regna ancora la porala e l’onor;
la gioventù migliore
avanza là nel sole
e il mondo può lodare o maledire come vuol.
O sogno di bellezza
non devi invecchiare
i nuovi cavalieri nasceranno: son Parà!

Nell’ abisso a capo giù

Nell’ abisso a capo giù

Siam i paracadutisti
la colonna del valore
siam votati agli imprevisti
de la Patria per l’onor
Senza musica e fanfara
solo al rombo del motor
con le Parche siamo in gara
ma non trema in petto il cor. Le mete più agognate
Presto raggiungeremo
Com’aquile librate
Noi vi discenderem
e folgori saremo
contro i nemici allor
e ovunque innalzeremo
il sacro tricolor. Noi temprati alla fucina
Della vita militare
Nostra ferrea disciplina
Non potrà mai vacillar
De la Patria per la gloria
Stretti siamo nel dover
D’impalmare la Vittoria
o sul campo rimaner. Le mete più agognate
Presto raggiungeremo
Com’aquile librate
Noi vi discenderem
e folgori saremo
contro i nemici allor
e ovunque innalzeremo
il sacro tricolor.

I nostri volti esultano
Nell’ansia di obbedir
Le nostre labbra giurano
O vincere o morir.

Se non ci conoscete *

Se non ci conoscete

Se non ci conoscete guardateci dall’atto
Noi siam i paraca del battaglion d’assalto
Bombe a man e carezze col pugnal. Se non ci conoscte guardateci sul viso
Veniamo dall’inferno e andiamo in paradiso
Bombe a man e carezze col pugnal. Se non ci conoscte ve ne darem le prove
Noi siamo i paraca del Capitan……..
Bombe a man e carezze col pugnal. E se l’artiglieria fa il suo bombardamento
Il paraca và all’assalto veloce come il vento
Bombe a man e carezze col pugnal. Paraca e lupi neri giocavano a scopone
Han vinto i paraca con l’asso di bastone
Bombe a man e carezze col pugnal.

Abbiamo per trofeo un brutto basco nero
Gli abbiam riservato un posto al cimitero
Bombe a man e carezze col pugnale.


 

Il mercenario

Il mercenario

Sono morto nel Katanga,
venivo da Lucera,
avevo quarant’anni
e la camicia nera. Di me la gente dice
che sono un mercenario
soltanto per bottino
soltanto per denaro. Ma adesso che son steso
guardate nel mio sacco,
ci troverete un mitra
e un’oncia di tabacco. Invano cercherete
soldi nel tascapane,
li ho spesi proprio tutti
insieme alle puttane. Amavo una ragazza
di razza Congolese
ma l’ho perduta ai dadi
con Jimmi l’Irlandese. Se io fossi rimasto a casa
là nella mia Lucera
avrei la moglie grassa,
i figli e la pancera. Avrei la moglie grassa
le rate, la seicento,
mutua, televisione
panciotto, doppiomento. Invece sono andato
in giro per il mondo
adesso sto crepando
quaggiù nel basso Congo. Salvai monache e frati
dal rogo del ribelle
ma il Papa se ne frega
se brucia la mia pelleLa mia pelle brucia
in questo letamaio,
ma l’ONU se ne frega
perchè son mercenario.

I fuochi sono spenti
ormai scende la notte,
addio verdi colline,
addio dolci mignotte. Addio dolci bambine
coi fiori tra i capelli,
ragazze senza nome
lasciate nei bordelli. Coi nostri baschi rossi
ho fatto una bandiera,
portatela agli amici
che invecchiano a Lucera.

Viva la morte mia
viva la gioventù
viva la morte mia
viva la gioventù.

Cimitero di Folgori

Cimitero di Folgori

Nel giorno di El Alamein
giorno di morti per chi vive ancora,
s’udì sotto le zolle deserte
seminate
di silenzio e di croci,
un mare d’uomini. Corpi antichi lanciati,
squali di vento veloci
frenati da seta
o da morte. Si udì un mare
di rupi nemiche
di sole assetato
di ciottoli diacci
di notti severe
gli sguardi biechi della luna
le buche, l’attesa… Udimmo qui il mondo falò
bruciare bestemmie
e preghiere Udimmo il sospiro di vetro gelarsi
in occhi morenti
Paracadutisti.

Ossa d’aria-teschi di ferro
dimenticati protagonisti
del tempo.

Baschi rossi e fregi d’oro

Baschi rossi e fregi d’oro

Baschi rossi e fregi d’oro
sguardo limpido e sereno
siamo arditi paracadutisti
e dal cielo ci lanciamo. Con il mitra tra le mani
col pugnale in mezzo ai denti
sul nemico arditi ci lanciamo
non ci trema il cuor davvero! Quando il compito è più duro
mai esitiam,mai ci arrendiam
quando il cielo si fà più scuro
allora noi cantiamo…. Là sul nemico che ci accoglie
col suo fuoco distruttor
là sul nemico dove romba
la mitraglia ed il cannon. Il nostro fregio sarà
sarà quello che su tutti trionferà
e una voce ci dirà che siam
siam forti,coraggiosi,paracadutisti siam.

Canto del guerriero Parà

Canto del guerriero Parà

Cantiamo in cor una canzon, del guerriero parà
lo spirito in fiore ci esorta a lottar.
Per te nostra amata Italia,
vermiglio sangue verserem,
vicino è il momento in cui barbarie lotterem. Basco rosso avanguardia di gloria,
alla morte ridiam così: ah ah ah!
Mostrare vogliamo al mondo
che nelle rovine in piedi sarem! La morte ormai paur non fa,và a letto col parà;
col sol che splende nel cuor,l’onor difenderà. Paraca nostro camerata,nel cielo sei andato a morir,
sul volto avevi un sorriso,in eterno vivrai con noi. Basco rosso avanguardia di gloria,
alla morte ridiam così:ah ah ah!
Mostrare vogliamo al mondo
che nelle rovine in piedi sarem! In faccia al mondo noi gridiam:Onore e Fedeltà.
E siamo fieri di esser qui, puri e duri a morir.

Siam volontari paracadutisti
veniamo da ogni region,
lottando da Oslo a Corfù,
faremo l’Europa nazion!