Scuola sottufficiali dell’Esercito

Ut Ardeant Ardeo

 

  

 

La Scuola sottufficiali dell’Esercito Italiano (SSE, ex SAS – Scuola Allievi Sottufficiali) è il luogo dove vengono formati militarmente e professionalmente i comandanti di plotone dell’Esercito Italiano, ossia i marescialli. Ha sede a Viterbo ed è dedicata alla memoria dell’aiutante di battaglia Soccorso Saloni, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Dalla Scuola dipende anche l’80º Reggimento “Roma” di Cassino che provvede alla formazione professionale dei sergenti.

La prima scuola per la formazione dei sottufficiali di tutte le Armi dell’Esercito fu fondata il 1º luglio 1888 con sede a Caserta. Dalla fondazione al 30 settembre 1895 la Scuola di Caserta formò 1283 Sottufficiali delle varie Armi del Regio Esercito. Successivamente sorsero, in sostituzione della Scuola di Caserta, varie altre Scuole alle quali venne affidata la specifica preparazione degli Allievi Sottufficiali già destinati alle singole Armi. Identico sistema era in vigore nell’intervallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, durante il quale funzionarono le Scuole Allievi Sottufficiali di Milano, Modena, Verona, Pola, Rieti, Casagiove e Nocera Inferiore. Dopo il secondo conflitto mondiale vennero istituite nel maggio 1948, a Spoleto, la Scuola allievi sottufficiali ordinari e nel 1951, a Rieti, la Scuola allievi sottufficiali specializzati. Infine, dal 1965 la Scuola tornò ad avere una sede unica a Viterbo.
Dal 1965 al 1995 come Scuola allievi sottufficiali ha ospitato 77 corsi AS (allievo sottufficiale). I 77 corsi AS prevedevano un corso basico comune per tutti della durata di otto mesi fino al 1984, 57º corso, successivamente portati a 12 dal 58º corso. Terminato il corso basico si accedeva alle scuole di specializzazione che duravano dai 7 ai 18 mesi al termine dei quali si veniva assegnati al Reparto come sergente in f.v. (ferma volontaria). Al termine di tre anni e sei mesi dall’arruolamento si poteva accedere al concorso per la nomina al grado di sergente maggiore in servizio permanente effettivo (Spe). Il non superamento di tale concorso comportava il congedo. Per entrare nella Scuola era sufficiente la licenza di scuola media inferiore. Il livello di studi della Scuola equivaleva a un Diploma di Qualifica Professionale e tale è riconosciuto in ambito civile. È importante ricordare che prima della riforma delle carriere dei Sottufficiali (diventata esecutiva il 1º settembre 1995) al grado di maresciallo si arrivava dopo 7 anni nel grado di Sergente Maggiore e si avanzava successivamente nei vari livelli di maresciallo (maresciallo ordinario – maresciallo capo – maresciallo maggiore – maresciallo maggiore aiutante). Nel 1996 e 1997 non vi sono state attività formative. Gli ultimi corsi AS (allievo sottufficiale) non hanno avuto nessun concorso per il passaggio al servizio permanente effettivo, alla pari dei successivi corsi AM (allievo maresciallo) e dal 70º corso il corso di studi ha avuto un’impronta accademica facendo così da “ponte” ai successivi corsi marescialli pur non riconoscendo titolo universitario (come già indicato veniva comunque riconosciuto un diploma di qualifica professionale).
Dal 1998 è in vigore il nuovo iter, triennale (due anni da allievo maresciallo -AM- e un anno da maresciallo), e la Scuola opera con l’attuale denominazione.
La formazione ha aspetti militari e universitari, comportando il conseguimento di una laurea in Scienze organizzative e gestionali (convenzione con l’Università della Tuscia); si accede ogni anno tramite un concorso pubblico e un concorso interno riservato a volontari in servizio permanente (con un minimo di requisiti di anzianità e servizio) e sergenti, per i quali è necessario un diploma di scuola media superiore; per chi accede dal ruolo sergenti è sufficiente un diploma di scuola media inferiore, nel qual caso invece della laurea si conseguirà, dopo due anni di corso, un diploma di scuola media superiore. In particolare l’iter di chi ottiene come specializzazione Sanità prevede che il corso non si svolga alla SSE bensì alla Scuola di Sanità e Veterinaria in Roma col conseguimento della laurea triennale in Scienze infermieristiche.

Si è ovviamente persa l’alta specializzazione tecnica dei marescialli del precedente iter, creando spesso gravi carenze nei reparti di armi e corpi tecnici e specialistici. Carenza colmata nel frattempo continuando ad impiegare ove possibile i Marescialli del precedente iter in incarichi tecnici, in attesa della formazione di personale di altre categorie ( in particolare di Sottufficiali del Ruolo Sergenti)
È inoltre allo studio da parte dello Stato maggiore la possibilità di creare un “corso speciale marescialli”, come accade per il Ruolo speciale degli Ufficiali, destinato agli aspiranti provenienti dal Ruolo Sergenti. Ciò deriva dal fatto che il Ruolo Sergenti è ormai un ruolo composto da Sottufficiali anziani ed esperti e quindi tre anni di corso sembrano eccessivi. Tale corso dovrebbe essere ispirato al corso annuale per marescialli già organizzato dall’Arma dei Carabinieri per i provenienti dal Ruolo Sovrintendenti. Tale possibilità è rafforzata anche dal fatto che con l’attuale normativa un sergente potrebbe accedere al Ruolo Speciale degli Ufficiali con un breve corso semestrale, mentre per accedere al Ruolo Marescialli dovrebbe frequentare un corso triennale.

I sottufficiali formati presso tale Istituto potranno partecipare ai concorsi interni banditi ogni anno per il transito nel Ruolo speciale degli ufficiali, nel rispetto dei requisiti minimi di tempo in servizio nel Ruolo marescialli (incluso un tempo minimo come periodo di comando) ed entro il limite massimo di età previsto nei relativi bandi.

La scuola è comandata da un generale di divisione e dipende dal e Comando per la formazione e Scuola d’applicazione di Torino

da: wikipedia.org

 

 

 

 

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66° Battaglione “Valtellina”

“Osando vinco”

Il 66° Reggimento fanteria “TRIESTE” trae le sue origini dal 66° Reggimento fanteria costituitosi nel 1862 ed ha il suo battesimo del fuoco durante la Terza Guerra d’Indipendenza, nella battaglia di Custoza.
Partecipa alla 1^ Guerra Mondiale combattendo sul fronte Giulio, a Cima Tre Pozzi, in Val d’Assa e meritando, come tutta la fanteria italiana, la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia.

Durante la 2^ Guerra Mondiale, inquadrato nella 101^ divisione “Trieste” partecipa alla campagna in Africa settentrionale, contendendo il terreno all’8^ armata da El Alamein alla Tunisia dove, durante la battaglia di Takrouna, il 1° Battaglione al comando del Capitano Mario Politi, si copre di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi giorni e cedendo soltanto dopo aver terminato le munizioni, meritando così la Medaglia d’Oro al Valore Militare.

Il 66° viene ricostituito in Forlì il 1° Ottobre 1975, come 66° battaglione meccanizzato “Valtellina”, per ridenominazione del 2° battaglione del 40° reggimento fanteria “Bologna” ed è inquadrato nella Brigata Meccanizzata “Trieste” della Divisione Meccanizzata “Folgore”.
Nel 1980 il battaglione interviene a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in provincia di Salerno, meritando la Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito e nel 1983 è impiegato in Libano con il contingente ITALCON.

Sciolta la Divisione Meccanizzata “Folgore” nel 1986, la “Trieste” si scioglie a sua volta nel 1991 e lascia il posto alla Brigata “Friuli” nella quale entra il 66°.

Impegnato con i paracadutisti nella prima edizione dell’Operazione “Vespri” nel 1992, l’anno successivo è cambia fisionomia organica, assumendo la denominazione di 66° Reggimento fanteria “Trieste”. Da Agosto 1993 a Marzo 1994 partecipa all’Operazione “IBIS” in Somalia, dove il 6 febbraio 1994 cade a Balad, vittima di un’imboscata di banditi somali, il Tenente Giulio Ruzzi.

Negli anni a seguire il reggimento è spesso impegnato nei balcani calcando a più riprese il territorio albanese, bosniaco e kosovaro.

Trasformato in reggimento di fanteria aeromobile nel corso del 2000 affronta un impagnativo ciclo addestrativo per validare la nuova configurazione.

da: esercito.difesa.it

 

 

 

 

 

 

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    Preghiera del Paracadutista

     

    Preghiera del Paracadutista

    Eterno, Immenso Dio,

    che creasti gli infiniti spazi e ne misurasti le misteriose profondità’

    guarda benigno a noi, Paracadutisti d’Italia,

    che nell’adempimento del dovere balzando dai nostri aerei,

    ci lanciamo nelle vastità’ dei cieli.

    Manda l’Arcangelo S. Michele a nostro custode; guida e proteggi l’ardimentoso volo.

    Come nebbia al Sole, davanti a noi siano dissipati i nostri nemici.

    Candida come la seta del paracadute sia sempre la nostra fede e indomito il coraggio.

    La nostra giovane vita e’ tua o Signore!

    
Se e’ scritto che cadiamo, sia!

    Ma da ogni goccia del nostro sangue sorgano gagliardi figli e fratelli innumeri,

    orgogliosi del nostro passato,

    sempre degni del nostro immancabile avvenire.

    Benedici, o signore, la nostra Patria, le Famiglie, i nostri Cari!

    Per loro, nell’alba e nel tramonto, sempre la nostra vita!

    E per noi, o Signore, il Tuo glorificante sorriso.

    Così sia.


     

     

    legge n. 62/2001

    “Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416”
    pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2001

    Capo I
    DISPOSIZIONI GENERALI
    Art. 1.

    (Definizioni e disciplina
del prodotto editoriale)

    1. Per «prodotto editoriale», ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici.
    2. Non costituiscono prodotto editoriale i supporti che riproducono esclusivamente suoni e voci, le opere filmiche ed i prodotti destinati esclusivamente all’informazione aziendale sia ad uso interno sia presso il pubblico. Per «opera filmica» si intende lo spettacolo, con contenuto narrativo o documentaristico, realizzato su supporto di qualsiasi natura, purchè costituente opera dell’ingegno ai sensi della disciplina sul diritto d’autore, destinato originariamente, dal titolare dei diritti di utilizzazione economica, alla programmazione nelle sale cinematografiche ovvero alla diffusione al pubblico attraverso i mezzi audiovisivi. 
    3. Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all’ articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall’articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948.

    Art. 2.

    (Disposizioni sulla proprietà delle imprese editrici ed in materia di trasparenza)
    1. All’articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) il primo comma è sostituito dal seguente:
    «L’esercizio dell’impresa editrice di giornali quotidiani è riservato alle persone fisiche, nonchè alle società costituite nella forma della società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, per azioni, in accomandita per azioni o cooperativa, il cui oggetto comprenda l’attività editoriale, esercitata attraverso qualunque mezzo e con qualunque supporto, anche elettronico, l’attività tipografica, radiotelevisiva o comunque attinente all’informazione e alla comunicazione, nonchè le attività connesse funzionalmente e direttamente a queste ultime»;
        b) il quarto comma è sostituito dal seguente:
    «Le azioni aventi diritto di voto o le quote sociali possono essere intestate a società per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilità limitata, purchè la partecipazione di controllo di dette società sia intestata a persone fisiche o a società direttamente controllate da persone fisiche. Ai fini della presente disposizione, il controllo è definito ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, nonchè dell’ottavo comma del presente articolo. Il venire meno di dette condizioni comporta la cancellazione d’ufficio dell’impresa dal registro degli operatori di comunicazione di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), n. 5), della legge 31 luglio 1997, n. 249»;
        c) al sesto comma, primo periodo, le parole: «o estere » sono soppresse;
    d) è aggiunto, in fine, il seguente comma:
    «I soggetti di cui al primo comma sono ammessi ad esercitare l’attività d’impresa ivi descritta solo se in possesso della cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea o, in caso di società, se aventi sede in uno dei predetti Stati. I soggetti non aventi il predetto requisito sono ammessi all’esercizio dell’impresa medesima solo a condizione che lo Stato di cui sono cittadini applichi un trattamento di effettiva reciprocità. Sono fatte salve le disposizioni derivanti da accordi internazionali».

    Art. 3.

    (Modalità di erogazione delle provvidenze
in favore dell’editoria)
    1. A decorrere dal 1º gennaio dell’anno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge l’importo di 2 miliardi di lire previsto per i contributi di cui all’articolo 26, primo comma, della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, è aumentato a 4 miliardi di lire.
    2. Alle imprese editrici di giornali quotidiani che abbiano attivato sistemi di teletrasmissione in facsimile delle testate edite in Paesi diversi da quelli membri dell’Unione europea è concesso un contributo pari al 50 per cento dei costi annui documentati di acquisto carta, stampa e distribuzione relativi alla diffusione nei suddetti Paesi delle copie delle testate teletrasmesse. Sono esclusi dal calcolo del contributo i costi relativi a tirature inferiori a 10.000 copie medie giornaliere, o effettuate per meno di un anno, in un singolo Paese di destinazione. Sono altresì esclusi dal calcolo del contributo i costi relativi a testate il cui contenuto redazionale sia inferiore al 50 per cento di quello dell’edizione diffusa nella città italiana presso il cui tribunale sono registrate. L’ammontare complessivo del contributo di cui al presente comma non può superare lire 4 miliardi annue. Nel caso in cui il contributo complessivo in base alle domande presentate superi tale ammontare, lo stanziamento sarà ripartito tra gli aventi diritto in proporzione al numero delle copie stampate e diffuse nei suddetti Paesi.

    Capo II
    INTERVENTI PER LO SVILUPPO
DEL SETTORE EDITORIALE
    Art. 4.
    (Tipologie di interventi
nel settore editoriale)

    1. Alle imprese operanti nel settore editoriale sono concesse le agevolazioni di credito di cui agli articoli 5, 6 e 7, nonchè il credito di imposta di cui all’articolo 8.
    Art. 5.
    (Fondo per le agevolazioni di credito
alle imprese del settore editoriale)
    1. È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria, fino all’attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il Fondo per le agevolazioni di credito alle imprese del settore editoriale, di seguito denominato «Fondo». Il Fondo è finalizzato alla concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti della durata massima di dieci anni deliberati da soggetti autorizzati all’attività bancaria.
    2. Al Fondo affluiscono le risorse finanziarie stanziate a tale fine nel bilancio dello Stato, il contributo dell’1 per cento trattenuto sull’ammontare di ciascun beneficio concesso, le somme comunque non corrisposte su concessioni effettuate, le somme disponibili alla data di entrata in vigore della presente legge esistenti sul fondo di cui all’articolo 29 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni. Il fondo di cui al citato articolo 29 è mantenuto fino al completamento della corresponsione dei contributi in conto interessi per le concessioni già effettuate.
    3. I contributi sono concessi, nei limiti delle disponibilità finanziarie, mediante procedura automatica, ai sensi dell’articolo 6, o valutativa, ai sensi dell’articolo 7.
    4. Sono ammessi al finanziamento i progetti di ristrutturazione tecnico-produttiva; di realizzazione, ampliamento e modifica degli impianti, con particolare riferimento all’installazione e potenziamento della rete informatica, anche in connessione all’utilizzo dei circuiti telematici internazionali e dei satelliti; di miglioramento della distribuzione; di formazione professionale. I progetti sono presentati dalle imprese partecipanti al ciclo di produzione, distribuzione e commercializzazione del prodotto editoriale.
    5. In caso di realizzazione dei progetti di cui al comma 4 con il ricorso alla locazione finanziaria, i contributi in conto canone sono concessi con le medesime procedure di cui agli articoli 6 e 7 e non possono, comunque, superare l’importo dei contributi in conto interessi di cui godrebbero i progetti se effettuati ai sensi e nei limiti previsti per i contributi in conto interessi.
    6. Una quota del 5 per cento del Fondo è riservata alle imprese che, nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda per l’accesso alle agevolazioni, presentano un fatturato non superiore a 5 miliardi di lire ed una ulteriore quota del 5 per cento a quelle impegnate in progetti di particolare rilevanza per la diffusione della lettura in Italia o per la diffusione di prodotti editoriali in lingua italiana all’estero. Ove tale quota non sia interamente utilizzata, la parte residua riaffluisce al Fondo per essere destinata ad interventi in favore delle altre imprese.
    7. Una quota del 10 per cento del Fondo è destinata ai progetti volti a sostenere spese di gestione o di esercizio per le imprese costituite in forma di cooperative di giornalisti o di poligrafici.
    8. Ai fini della concessione del beneficio di cui al presente articolo, la spesa per la realizzazione dei progetti è ammessa in misura non eccedente il 90 per cento di quella prevista nel progetto, ivi comprese quelle indicate nel primo comma dell’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica 9 novembre 1976, n. 902, nonchè le spese previste per il fabbisogno annuale delle scorte in misura non superiore al 40 per cento degli investimenti fissi ammessi al finanziamento. La predetta percentuale del 90 per cento è elevata al 100 per cento per le cooperative di cui all’articolo 6 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni.
    9. I contributi in conto interessi possono essere concessi anche alle imprese editrici dei giornali italiani all’estero di cui all’articolo 26 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, per progetti realizzati con il finanziamento di soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria aventi sede in uno Stato appartenente all’Unione europea.
    10. L’ammontare del contributo è pari al 50 per cento degli interessi sull’importo ammesso al contributo medesimo, calcolati al tasso di riferimento fissato con decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. Il tasso di interesse e le altre condizioni economiche alle quali è riferito il finanziamento sono liberamente concordati tra le parti.
    11. In aggiunta alle risorse di cui al comma 2, a decorrere dall’anno 2001 e fino all’anno 2003, è autorizzata la spesa di lire 7,9 miliardi per il primo anno, di lire 24,3 miliardi per il secondo anno e di lire 18,7 miliardi per il terzo anno.
    12. Ai contributi di cui al presente articolo, erogati secondo le procedure di cui agli articoli 6 e 7 della presente legge, si applicano le disposizioni di cui agli articoli 8 e 9, commi da 1 a 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123.
    13. Con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro per i beni e le attività culturali, sono dettate disposizioni attuative della presente legge. Sono in particolare disciplinati le modalità ed i termini di presentazione o di rigetto delle domande, le modalità di attestazione dei requisiti e delle condizioni di concessione dei contributi, la documentazione delle spese inerenti ai progetti, gli adempimenti ed i termini delle attività istruttorie, l’organizzazione ed il funzionamento del Comitato di cui al comma 4 dell’articolo 7, il procedimento di decadenza dai benefìci, le modalità di verifica finale della corrispondenza degli investimenti effettuati al progetto, della loro congruità economica, nonchè dell’inerenza degli investimenti stessi alle finalità del progetto.
    14. All’istruttoria dei provvedimenti di concessione dei contributi di cui agli articoli 6 e 7 della presente legge provvede, fino all’attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la Presidenza del Consiglio dei ministri.
    15. Le somme erogate ai sensi degli articoli 6 e 7, a qualunque titolo restituite, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente assegnate al Fondo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

    Art. 6.
    (Procedura automatica)

    1. Alla concessione dei contributi di cui all’articolo 5 si provvede mediante procedura automatica relativamente ai progetti che presentano cumulativamente le seguenti caratteristiche:
    a) finanziamento complessivo non superiore ad un miliardo di lire;
    b) realizzazione del progetto entro due anni dall’ammissione ai benefìci. Sono altresì ammesse le spese sostenute nell’anno antecedente la data di presentazione della domanda.
    2. Con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale sono comunicati l’ammontare delle risorse disponibili per la concessione dei contributi ed il termine massimo di presentazione delle domande.
    3. Le domande di concessione del contributo sono accolte sulla base della sola verifica della completezza e regolarità delle domande medesime e della relativa documentazione, secondo l’ordine cronologico di presentazione. Le domande presentate nello stesso giorno si intendono presentate contestualmente. La concessione del contributo è integrale fino a concorrenza delle risorse finanziarie di cui al comma 2. In caso di insufficienza delle risorse finanziarie a soddisfare integralmente le domande, la disponibilità residua è ripartita proporzionalmente al costo dei progetti. Detta ripartizione ha luogo tra le domande presentate contestualmente il giorno successivo a quello di presentazione delle ultime domande che hanno ottenuto capienza intera.
    4. In caso di inosservanza del termine di cui al comma 1, lettera b), del presente articolo, è dichiarata la decadenza dal beneficio ed il soggetto beneficiario è tenuto alla restituzione delle somme eventualmente già percepite maggiorate degli interessi, calcolati ai sensi all’articolo 9, comma 4, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123.
    5. Il soggetto beneficiario, entro sessanta giorni dalla realizzazione del progetto, produce i documenti giustificativi delle spese sostenute, gli estremi identificativi degli impianti, macchinari o attrezzature acquistati, nonchè la perizia giurata di un esperto del settore, iscritto al relativo albo professionale, se esistente, che attesti la corrispondenza degli investimenti alla finalità del progetto, nonchè la congruità dei costi sostenuti.
    6. Il contributo di cui al presente articolo è erogato in corrispondenza delle scadenze delle rate di ammortamento pagate dall’impresa beneficiaria all’istituto di credito. Tenuto conto della tipologia dell’intervento e su richiesta dell’impresa, può essere effettuata la corresponsione del contributo in un’unica soluzione, scontando al valore attuale, al momento dell’erogazione, il beneficio derivante dalla quota di interessi.

    Art. 7.
    (Procedura valutativa)

    1. Alla concessione dei contributi di cui all’articolo 5 si provvede mediante procedura valutativa relativamente ai progetti o programmi organici e complessi, che presentano cumulativamente le seguenti caratteristiche:
    a) finanziamento, eccedente l’importo di cui all’articolo 6, comma 1, lettera a); la domanda deve contenere la deliberazione preventiva dell’istituto finanziatore; il finanziamento può, comunque, essere ammesso a contributo in misura non superiore a lire 30 miliardi;
    b) realizzazione del progetto entro due anni dall’ammissione ai benefìci. Sono altresì ammesse le spese sostenute nei due anni antecedenti la data di presentazione della domanda.
    2. Con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, sono comunicati il termine finale, non inferiore a novanta giorni, di presentazione delle domande, l’ammontare delle risorse disponibili, i requisiti dell’impresa proponente e dell’iniziativa in base ai quali è effettuata la valutazione ai fini della concessione del contributo.
    3. I requisiti dell’iniziativa, di cui al comma 1, attengono alla tipologia del programma, al fine perseguito dallo stesso, alla coerenza degli strumenti con il perseguimento degli obiettivi previsti. La validità tecnica, economica e finanziaria dell’iniziativa è valutata con particolare riferimento alla congruità delle spese previste, alla redditività, alle prospettive di mercato e agli obiettivi di sviluppo aziendale.
    4. L’ammissione al contributo di cui al presente articolo è disposta sulla base della deliberazione di un Comitato istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui all’ articolo 5, comma 13. La composizione del Comitato è effettuata in modo da assicurare la presenza delle amministrazioni statali interessate, degli editori, delle emittenti radiotelevisive, dei rivenditori e dei distributori, dei giornalisti e dei lavoratori tipografici. Il funzionamento del Comitato non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Dalla data di entrata in vigore del decreto di istituzione del Comitato di cui al presente comma è soppresso il Comitato di cui all’articolo 32 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni.
    5. Il contributo di cui al presente articolo è erogato in corrispondenza delle scadenze delle rate di ammortamento pagate dall’impresa beneficiaria all’istituto di credito. Dalla prima quota è trattenuto, a titolo di cauzione, un importo non inferiore al 10 per cento dell’agevolazione concessa, la cui erogazione è subordinata alla verifica della corrispondenza della spesa al progetto ammesso al contributo sulla base della documentazione finale della spesa stessa.
    6. Ferma la cauzione di cui al comma 5, tenuto conto della tipologia dell’intervento e su richiesta dell’impresa, può essere effettuata la corresponsione del contributo in un’unica soluzione, con sconto degli interessi rispetto alla data delle scadenze di cui al comma 5. È, in ogni caso, consentita l’erogazione, a titolo di anticipazione, del contributo concesso fino ad un massimo del 50 per cento del contributo medesimo, sulla base di fideiussione bancaria o polizza assicurativa di importo non inferiore alla somma da erogare.

    Art. 8.
    (Credito di imposta)

    1. Alle imprese produttrici di prodotti editoriali che effettuano entro il 31 dicembre 2004 gli investimenti di cui al comma 2, relativi a strutture situate nel territorio dello Stato, è riconosciuto, a richiesta, secondo le modalità previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 4, un credito di imposta di importo pari al 3 per cento del costo sostenuto, con riferimento al periodo di imposta in cui l’investimento è effettuato ed in ciascuno dei quattro periodi di imposta successivi.
    2. Gli investimenti per i quali è previsto il credito di imposta di cui al comma 1 hanno ad oggetto:
    a) beni strumentali nuovi, ad esclusione degli immobili, destinati esclusivamente alla produzione dei seguenti prodotti editoriali in lingua italiana: giornali, riviste e periodici, libri e simili, nonchè prodotti editoriali multimediali;
    b) programmi di ristrutturazione economico-produttiva riguardanti, congiuntamente o disgiuntamente:
    1) l’acquisto, l’installazione, il potenziamento, l’ampliamento e l’ammodernamento delle attrezzature tecniche, degli impianti di composizione, redazione, impaginazione, stampa, confezione, magazzinaggio, teletrasmissione verso le proprie strutture periferiche e degli impianti di alta e bassa frequenza delle imprese di radiodiffusione nonchè il processo di trasformazione delle strutture produttive verso tecnologie di trasmissione e ricezione digitale;
    2) la realizzazione o l’acquisizione di sistemi composti da una o più unità di lavoro gestite da apparecchiature elettroniche che governino, a mezzo di programmi, la progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico, destinate a svolgere una o più delle seguenti funzioni legate al ciclo produttivo: lavorazione, montaggio, manipolazione, controllo, misura e trasporto;
            3) la realizzazione o l’acquisizione di sistemi di integrazione di una o più unità di lavoro composti da robot industriali, o mezzi robotizzati, gestiti da apparecchiature elettroniche, che governino, a mezzo di programmi, la progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico;
            4) la realizzazione o l’acquisizione di unità elettroniche o di sistemi elettronici per l’elaborazione dei dati destinati al disegno automatico, alla progettazione, alla produzione della documentazione tecnica, alla gestione delle operazioni legate al ciclo produttivo, al controllo e al collaudo dei prodotti lavorati, nonchè al sistema gestionale, organizzativo e commerciale;
            5) la realizzazione o l’acquisizione di programmi per l’utilizzazione delle apparecchiature e dei sistemi di cui ai numeri 2), 3) e 4); 
            6) l’acquisizione di brevetti e licenze funzionali all’esercizio delle attività produttive, dei sistemi e dei programmi di cui ai numeri 2), 3), 4) e 5).
    3. Il credito di imposta, che non concorre alla formazione del reddito imponibile, può essere fatto valere anche in compensazione ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Il credito di imposta non è rimborsabile ma non limita il diritto al rimborso di imposte ad altro titolo spettante; l’eventuale eccedenza è riportabile fino al quarto periodo di imposta successivo.
    4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro delle finanze, sentito il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, sono determinate le modalità di attuazione del credito di imposta, e sono stabilite le procedure di monitoraggio e di controllo rivolte a verificare l’attendibilità e la trasparenza dei programmi degli investimenti di cui al comma 2, nonchè specifiche cause di revoca totale o parziale dei benefìci e di applicazione delle sanzioni.

    Art. 9.
    (Fondo per la promozione del libro
e dei prodotti editoriali
di elevato valore culturale)

    1. È istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali un fondo finalizzato alla assegnazione di contributi, con riferimento ai contratti di mutuo stipulati per lo sviluppo dell’attività di produzione, distribuzione e vendita del libro e dei prodotti editoriali di elevato valore culturale, nonchè per la loro diffusione all’estero.
    2. Possono accedere al fondo di cui al comma 1:
    a) gli editori che intendono realizzare e commercializzare prodotti editoriali di elevato valore culturale e scientifico;
    b) i soggetti che presentano piani di esportazione e commercializzazione di prodotti editoriali italiani all’estero.
    3. Il funzionamento del fondo di cui al comma 1, nonchè i criteri e le modalità di accesso e di assegnazione dei contributi, sono disciplinati con regolamento, emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro per i beni e le attività culturali d’intesa con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro degli affari esteri per gli aspetti attinenti alla diffusione all’estero dei prodotti editoriali italiani.
    4. Ai fini indicati al comma 1, il Ministero per i beni e le attività culturali conferisce alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano parte delle risorse del fondo istituito ai sensi del medesimo comma:
    a) per l’apertura di librerie nei comuni o nelle circoscrizioni comunali che ne sono privi, e nei quali il servizio di vendita al pubblico è inadeguato, in relazione alla popolazione residente;
    b) nei casi diversi da quelli indicati alla lettera a), per la ristrutturazione di librerie o per l’apertura di nuove librerie, caratterizzate da innovazione tecnologica o dalla specializzazione delle opere editoriali commercializzate o da formule commerciali innovative.
    5. I criteri per la individuazione e la ripartizione alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano delle risorse indicate al comma 4 sono stabiliti con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
    6. Per le finalità di cui al presente articolo, è autorizzata, a decorrere dall’anno 2003, la spesa annua massima di lire 2000 milioni. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali.

    Art. 10.
    (Messaggi pubblicitari di promozione
del libro e della lettura)

    1. I messaggi pubblicitari facenti parte di iniziative, promosse da istituzioni, enti, associazioni di categoria, volte a sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti del libro e della lettura, trasmessi gratuitamente o a condizioni di favore da emittenti televisive e radiofoniche pubbliche e private, non sono considerati ai fini del calcolo dei limiti massimi di cui all’articolo 8 della legge 6 agosto 1990, n. 223, e successive modificazioni.

    Art. 11.
    (Disciplina del prezzo dei libri)

    1. Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale è liberamente fissato dall’editore o dall’importatore ed è da questi apposto, comprensivo di imposta sul valore aggiunto, su ciascun esemplare o su apposito allegato.
    2. È consentita la vendita ai consumatori finali dei libri, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, ad un prezzo effettivo diminuito da una percentuale non superiore al 10 per cento di quello fissato ai sensi del comma 1.
    3. I commi 1 e 2 non si applicano per i seguenti prodotti:
    a) libri per bibliofili, intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica;
    b) libri d’arte, intesi come quelli stampati, anche parzialmente, con metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma artigianale;
        c) libri antichi e di edizioni esaurite;
        d) libri usati;
        e) libri posti fuori catalogo dall’editore;
        f) libri venduti su prenotazione del lettore precedente la pubblicazione;
        g) libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio;
        h) edizioni speciali destinate esclusivamente ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi;
        i) libri venduti nell’ambito di attività di commercio elettronico.
    4. Salva l’applicazione dell’articolo 15 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, i libri possono essere venduti ad un prezzo effettivo che può oscillare tra l’80 e il 100 per cento:
        a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale, ai sensi degli articoli 40 e 41 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
    b) in favore di biblioteche, archivi e musei pubblici, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti, istituzioni o centri con finalità scientifiche, o di ricerca, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, educative ed università, i quali siano consumatori finali;
        c) quando sono venduti per corrispondenza.
    5. Il prezzo complessivo di collane, collezioni complete, grandi opere, fissato ai sensi del comma 1 in via preventiva, può essere diverso dalla somma dei prezzi dei singoli volumi che le compongono.
    6. Salva l’applicazione dell’articolo 153 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e dell’articolo 27, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, per i libri di testo scolastici la riduzione massima di cui al comma 2 non può superare il 5 per cento.
    7. La vendita di libri al consumatore finale, effettuata in difformità dalle disposizioni del presente articolo, comporta l’applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.
    8. Il comune vigila sul rispetto delle disposizioni del presente articolo e provvede all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni previste al comma 7; i relativi proventi sono attribuiti al comune nel quale le violazioni hanno avuto luogo.
    9. A decorrere dal secondo anno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonchè la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, con proprio decreto può provvedere alla ulteriore individuazione:
    a) della misura massima dello sconto di cui ai commi 2, 4 e 6;
    b) di ipotesi ulteriori di formulazione dei commi 3 e 4, anche modificando l’elenco dei prodotti editoriali o delle modalità di vendita per i quali consentire le deroghe alla disciplina del prezzo fisso.

    Capo III
    ULTERIORI INTERVENTI A SOSTEGNO DEL SETTORE EDITORIALE
    Art. 12.
    (Trattamento straordinario
di integrazione salariale)

    1. All’articolo 35 della legge 5 agosto 1981, n. 416, sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) il primo comma è sostituito dal seguente:
    «Il trattamento straordinario di integrazione salariale di cui all’articolo 2, quinto comma, della legge 12 agosto 1977, n. 675, e successive modificazioni, è esteso, con le modalità previste per gli impiegati, ai giornalisti professionisti, ai pubblicisti e ai praticanti dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, di periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale, sospesi dal lavoro per le cause indicate nella norma citata.»;
        b) il quarto comma è sostituito dal seguente:
    «Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, esperite le procedure previste dalle leggi vigenti, adotta i provvedimenti di concessione del trattamento indicato nei commi precedenti per periodi semestrali consecutivi e, comunque, non superiori complessivamente a ventiquattro mesi. Sono applicabili a tali periodi le disposizioni di cui agli articoli 3 e 4 della legge 20 maggio 1975, n. 164».

    Art. 13.
    (Risoluzione del rapporto di lavoro)

    1. L’articolo 36 della legge 5 agosto 1981, n. 416, è sostituito dal seguente:
    «Art. 36. – (Risoluzione del rapporto di lavoro). – 1. I dipendenti delle aziende di cui all’articolo 35 per le quali sia stata dichiarata dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale la situazione di crisi occupazionale, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro per dimissioni nel periodo di godimento del trattamento di integrazione salariale, ovvero per licenziamento al termine del periodo di integrazione salariale di cui al citato articolo 35, hanno diritto, in aggiunta alle normali competenze di fine rapporto, ad una indennità pari all’indennità di mancato preavviso e, per i giornalisti, ad una indennità pari a quattro mensilità di retribuzione. I dipendenti di cui al presente comma sono esonerati dall’obbligo del preavviso in caso di dimissioni».

    Art. 14.
    (Esodo e prepensionamento)

    1. L’articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, è sostituito dal seguente:
    «Art. 37. – (Esodo e prepensionamento). – 1. Ai lavoratori di cui ai precedenti articoli, con l’esclusione dei dipendenti delle imprese editrici di giornali periodici, è data facoltà di optare, entro sessanta giorni dall’ammissione al trattamento di cui all’articolo 35 ovvero, nel periodo di godimento del trattamento medesimo, entro sessanta giorni dal maturare delle condizioni di anzianità contributiva richiesta, per i seguenti trattamenti:
        a) per i lavoratori poligrafici, limitatamente al numero di unità ammesse dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale: trattamento di pensione per coloro che possano far valere nella assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti almeno 360 contributi mensili ovvero 1664 contributi settimanali di cui, rispettivamente, alle tabelle A e B allegate al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1968, n. 488, sulla base dell’anzianità contributiva aumentata di un periodo pari a 3 anni; i periodi di sospensione per i quali è ammesso il trattamento di cui al citato articolo 35 sono riconosciuti utili d’ufficio secondo quanto previsto dalla presente lettera; l’anzianità contributiva non può comunque risultare superiore a 35 anni;
    b) per i giornalisti professionisti iscritti all’INPGI, dipendenti dalle imprese editrici di giornali quotidiani e di agenzie di stampa a diffusione nazionale, limitatamente al numero di unità ammesso dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale e per i soli casi di ristrutturazione o riorganizzazione in presenza di crisi aziendale: anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia al cinquantottesimo anno di età, nei casi in cui siano stati maturati almeno diciotto anni di anzianità contributiva, con integrazione a carico dell’INPGI medesimo del requisito contributivo previsto dal secondo comma dell’articolo 4 del regolamento adottato dall’INPGI e approvato con decreto interministeriale 24 luglio 1995, di cui è data comunicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 234 del 6 ottobre 1995.
    2. L’integrazione contributiva a carico dell’INPGI di cui alla lettera b) del comma 1 non può essere superiore a cinque anni. Per i giornalisti che abbiano compiuto i sessanta anni di età, l’anzianità contributiva è maggiorata di un periodo non superiore alla differenza fra i sessantacinque anni di età e l’età anagrafica raggiunta, ferma restando la non superabilità del tetto massimo di 360 contributi mensili. Non sono ammessi a fruire dei benefìci i giornalisti che risultino già titolari di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria o di forme sostitutive, esonerative o esclusive della medesima. I contributi assicurativi riferiti a periodi lavorativi successivi all’anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia sono riassorbiti dall’INPGI fino alla concorrenza della maggiorazione contributiva riconosciuta al giornalista.
    3. La Cassa per l’integrazione dei guadagni degli operai dell’industria corrisponde alla gestione pensionistica una somma pari all’importo risultante dall’applicazione dell’aliquota contributiva in vigore per la gestione medesima sull’importo che si ottiene moltiplicando per i mesi di anticipazione della pensione l’ultima retribuzione percepita da ogni lavoratore interessato rapportati al mese. I contributi versati dalla Cassa integrazione guadagni sono iscritti per due terzi nella contabilità separata relativa agli interventi straordinari e per il rimanente terzo a quella relativa agli interventi ordinari. 
    4. Agli effetti del cumulo del trattamento di pensione di cui al presente articolo con la retribuzione si applicano le norme relative alla pensione di anzianità. 
    5. Il trattamento di pensione di cui al presente articolo non è compatibile con le prestazioni a carico dell’assicurazione contro la disoccupazione».
    2. La normativa prevista dai commi primo, lettera a), e secondo, dell’articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, nel testo in vigore antecedentemente alle modifiche apportate dal comma 1 del presente articolo, continua a trovare applicazione nei confronti dei poligrafici dipendenti da aziende individuate dal medesimo articolo 37, che abbiano stipulato e trasmesso ai competenti uffici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge, accordi sindacali relativi al riconoscimento delle causali di intervento di cui all’articolo 35 della medesima legge n. 416 del 1981.

    Art. 15.
    (Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti)

    1. È istituito, per la durata di cinque anni a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti. Salva l’attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il predetto Fondo è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria.
    2. Il Fondo di cui al comma 1 è destinato ad effettuare interventi di sostegno a favore dei giornalisti professionisti dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, da imprese editrici di periodici, nonchè da agenzie di stampa a diffusione nazionale, i quali presentino le dimissioni dal rapporto di lavoro a seguito dello stato di crisi delle imprese di appartenenza.
    3. I giornalisti beneficiari degli interventi di sostegno di cui al comma 2 devono possedere, al momento delle dimissioni, una anzianità aziendale di servizio di almeno cinque anni.
    4. Gli interventi di sostegno di cui al presente articolo sono concessi, anche cumulativamente, per:
    a) progetti individuali dei giornalisti che intendano riqualificare la propria preparazione professionale per indirizzarsi all’attività informativa nel settore dei nuovi mass media. Il finanziamento per ogni progetto è contenuto nei limiti di lire 20 milioni;
    b) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, diretti a favorire l’esodo volontario dei giornalisti dipendenti collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, ovvero in possesso dei requisiti per accedere al prepensionamento ai sensi dell’articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, come sostituito dall’articolo 14 della presente legge. È erogata a ciascun giornalista una indennità pari a diciotto mensilità del trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza; 
        c) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, per il collocamento all’esterno, anche al di fuori del settore dell’informazione, dei giornalisti dipendenti. L’intervento di sostegno è contenuto nei limiti del 50 per cento del costo certificato del progetto. È erogata altresì a ciascun giornalista che accetti le nuove occasioni di lavoro proposte nell’ambito del progetto, una indennità pari a dodici mensilità del trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza.
    5. Per le finalità di cui al presente articolo, a decorrere dall’anno 2001 e fino all’anno 2005, è autorizzata la spesa massima di lire 8,5 miliardi annue.

    Capo IV
    SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
    Art. 16.
    (Semplificazioni)

    1. I soggetti tenuti all’iscrizione al registro degli operatori di comunicazione, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, lettera a), numero 5), della legge 31 luglio 1997, n. 249, sono esentati dall’osservanza degli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. L’iscrizione è condizione per l’inizio delle pubblicazioni.

    Capo V
    DISPOSIZIONI FINALI
E TRANSITORIE
    Art. 17.
    (Copertura finanziaria)

    1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in lire 32,7 miliardi per l’anno 2001, in lire 62,1 miliardi per l’anno 2002 e in lire 89,5 miliardi per l’anno 2003, si provvede, quanto a lire 23,2 miliardi per l’anno 2001, lire 41,6 miliardi per l’anno 2002 e lire 36 miliardi per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui alla legge 14 agosto 1991, n. 278, e quanto a lire 9,5 miliardi per l’anno 2001, lire 20,5 miliardi per l’anno 2002 e lire 53,5 miliardi per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e programmazione economica per l’anno 2001, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero medesimo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

    Art. 18.
    (Modifica all’articolo 3 della legge
7 agosto 1990, n. 250)

    1. Il comma 2 dell’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, è sostituito dai seguenti:
    «2. A decorrere dal 1º gennaio 2002, i contributi di cui al comma 8 e al comma 11 del presente articolo, il cui ammontare non può comunque superare il 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi, limitatamente ad una sola testata, alle imprese editrici di giornali quotidiani che, con esclusione di quanto previsto dalle lettere a) e b) per le cooperative editrici costituite ai sensi e per gli effetti dell’articolo 153, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, possiedano i seguenti requisiti:
        a) siano costituite come cooperative giornalistiche da almeno tre anni;
    b) editino la testata stessa da almeno tre  anni;
        c) abbiano acquisito, nell’anno precedente a quello di riferimento dei contributi, entrate pubblicitarie che non superino il 30 per cento dei costi complessivi dell’impresa risultanti dal bilancio dell’anno medesimo;
        d) abbiano adottato con norma statutaria il divieto di distribuzione degli utili nell’esercizio di riscossione dei contributi e nei dieci esercizi successivi;
        e) la testata edita abbia diffusione formalmente certificata pari ad almeno il 25 per cento della tiratura complessiva per le testate nazionali e ad almeno il 40 per cento per quelle locali. Ai fini del presente articolo, si intende per diffusione l’insieme delle vendite e degli abbonamenti e per testata locale quella cui almeno l’80 per cento della diffusione complessiva è concentrata in una sola regione;
        f) le testate nazionali che usufruiscono di contributi di cui al presente articolo non siano poste in vendita congiuntamente con altre testate;
        g) abbiano sottoposto l’intero bilancio di esercizio cui si riferiscono i contributi alla certificazione di una società di revisione scelta tra quelle di cui all’elenco apposito previsto dalla CONSOB;
        h) la testata edita sia posta in vendita a un prezzo non inferiore alla media dal prezzo base degli altri quotidiani, senza inserti e supplementi, di cui viene accertata la tiratura, prendendo a riferimento il primo giorno di pubblicazione dall’anno di riferimento dei contributi.
    2-bis. I contributi previsti dalla presente legge e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi anche alle imprese editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza del capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi scopo di lucro che possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del presente articolo.
    2-ter. I contributi previsti dalla presente legge e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi alle imprese editrici, comunque costituite, che editino giornali quotidiani in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, a condizione che le imprese beneficiarie non editino altri giornali quotidiani e possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del presente articolo. Gli stessi contributi e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi ai giornali quotidiani italiani editi e diffusi all’estero a condizione che le imprese editrici beneficiarie possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d) e g) del comma 2 del presente articolo. Tali imprese devono allegare alla domanda i bilanci corredati da una relazione di certificazione da parte di società abilitate secondo la normativa dello Stato in cui ha sede l’impresa.
    2-quater. Le norme previste dal presente articolo per i quotidiani per quanto attiene ai requisiti e ai contributi si applicano anche ai periodici editi da cooperative giornalistiche ivi comprese quelle di cui all’articolo 52 della legge 5 agosto 1981, n. 416».

    Art. 19.
    (Interventi a sostegno della lettura
nelle scuole)

    1. All’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, dopo la lettera e), è aggiunta la seguente:
    «e-bis) acquisto, secondo parametri fissati dall’Autorità di vigilanza, su richiesta delle singole istituzioni scolastiche, di prodotti editoriali da devolvere agli istituti scolastici pubblici e privati nell’ambito del territorio nel quale opera la fondazione con il vincolo che tali istituti utilizzino i medesimi prodotti editoriali per attuare azioni a sostegno della lettura tra gli studenti e favorire la diffusione della lettura dei giornali quotidiani nelle scuole».

    Art. 20.
    (Disposizione finale)

    1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni. In particolare si applicano l’ultimo periodo del comma 2, nel testo in vigore antecedentemente alle modifiche apportate dall’articolo 18 della presente legge, e i commi 6, 13 e 14 dell’articolo 3 della medesima legge.

    Art. 21.
    (Disposizione transitoria e abrogazioni)

    1. Sono abrogati gli articoli 9 e 54 della legge 5 agosto 1981, n. 416, nelle parti in cui dispongono rispettivamente l’obbligo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria – Ufficio per l’editoria e la stampa di comunicare all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni le tirature dei giornali quotidiani e l’espressione di un parere su tali tirature da parte della commissione tecnica consultiva di cui allo stesso articolo 54. Detta commissione continua ad esprimere pareri sull’accertamento della diffusione e dei requisiti di ammissione ai contributi previsti dall’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250.
    2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogati gli articoli 29, 30, 31 e 33 della legge n. 416 del 1981, fatto salvo quanto disposto dall’ultimo periodo del comma 2 dell’articolo 5 della presente legge.

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    Norme del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR) Rilevanti per gli Spazi Web

    Norme del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR) Rilevanti per gli Spazi Web

    Di seguito sono raccolti e ordinati i principali riferimenti normativi del GDPR che interessano in modo esplicito gli spazi web, i servizi online e i siti internet.


    1. Consenso dei minori nei servizi web

    Articolo 8 – Condizioni applicabili al consenso dei minori in relazione ai servizi della società dell’informazione.

    • Se un servizio web è rivolto direttamente a minori, è richiesto il consenso genitoriale per i minori di 16 anni (gli Stati membri possono abbassare il limite fino a 13 anni).

    2. Ambito di applicazione territoriale

    Considerando (23)

    • Il GDPR si applica anche a titolari del trattamento non stabiliti nell’UE quando offrono beni o servizi (anche tramite siti web) a interessati nell’UE.
    • Indicatori dell’intenzione di rivolgersi a utenti UE: lingua del sito, valuta, menzione di utenti/clienti dell’UE.

    3. Trasparenza dell’informativa tramite il sito web

    Considerando (58)

    • Le informazioni devono essere: concise, facilmente accessibili, comprensibili e con linguaggio semplice.
    • Possono essere fornite tramite il sito web con visualizzazioni (es. icone). Particolarmente rilevante per pubblicità online e profilazione.

    4. Tracciamento online e profilazione

    Considerando (24)

    • Il regolamento si applica quando il comportamento online degli interessati è monitorato, inclusa la profilazione tramite tecnologie web.

    5. Identificatori online

    Articolo 4(1) – Definizione di “dati personali”.

    • Sono inclusi: indirizzi IP, cookie, tag di identificazione online. Tali elementi possono essere utilizzati per profilare e identificare un utente.

    6. Diritto all’oblio e contenuti online

    Considerando (66)

    • Quando un interessato esercita il diritto alla cancellazione, il titolare deve informare gli altri titolari che trattano gli stessi dati online (es. motori di ricerca) di eliminare link, copie o riproduzioni.

    7. Limitazione del trattamento e siti web

    Considerando (67)

    • Le misure per limitare il trattamento possono comprendere la rimozione temporanea dei dati da un sito web o la loro inaccessibilità.

    8. Opposizione tramite strumenti online

    Articolo 21, paragrafo 5

    • Per i servizi della società dell’informazione (come i siti web), l’interessato ha diritto di opporsi al trattamento tramite mezzi automatizzati, ove possibile.

    Nota: Questo documento ha solo fini informativi e divulgativi. Per l’applicazione giuridica si rimanda al testo ufficiale del Regolamento (UE) 2016/679 e alle indicazioni delle autorità garanti competenti.

    Stralcio delle delibere

    STRALCIO DELLE DELIBERE DEL CONSIGLIO E DELLA GIUNTA DEL COMUNE DI PISA,
    IN SEDUTA PUBBLICA E SEGRETA

    ANNI: 1885 – 1886 – 1891

     

    Adunanza della Giunta del Comune in seduta pubblica del 20 marzo 1885.

    Acquartieramento di un Reggimento di Fanteria in Pisa.

    La giunta informata dal Cav. Sindaco delle pratiche fatte per l’acquartieramento di un Reggimento di Fanteria (Comando e due Battaglioni ivi compreso quello che attualmente vi ha sede).
    Vista la lettera del Sig. Colonnello Direttore del Genio Militare di Firenze in data 17 marzo corrente.
    A voti unanimi salvo l’approvazione del Consiglio Comunale delibera di concedere fino ad un terzo delle spese necessarie per l’attuazione dei progetti di acquartieramento del Reggimento suddetto, purché questo terzo non superi in verun caso le lire centomila, e di sostenere le spese necessarie per l’acquisto del terreno per costruzione dei locali.
    Incarica il Cav. Sindaco d’iniziare trattative per l’acquisto del terreno stesso, e di prendere gli opportuni accordi con l’Amministrazione Militare per divenire al più presto possibile ad una convenzione nella quale, siccome fu praticato col Comune di Pistoia, siano stabiliti con precisione gli oneri ed i vantaggi che il Comune va ad assumere acciò ne siano garantiti gli interessi ora e per l’avvenire…. .

     

    Adunanza del Consiglio del Comune in seduta segreta del 30 marzo 1885.

    Acquartieramento in Pisa di Un Reggimento di Fanteria.
    Concorso nella spesa per l’acquisti del terreno.

    Il Consigliere Morelli a nome della Commissione di Finanza e per invito del Presidente riferisce come appresso:
    “da lunghissimo tempo tutte le precedenti amministrazioni del Comune di Pisa più volte invocarono dal Ministero della Guerra che nella nostra città fosso aumentata stabilmente la Truppa di Presidio, senza che mai fosso dato raggiungere l’intento.
    Di recente, cioè il 19 novembre 1884 fu rinnovata consimile domanda al Ministero suddetto, chiedendo che Pisa fosse destinata a sede di un Reggimento di Fanteria.
    Anco questa domanda non fu accolta, avendo il Ministero per mezzo dell’VIII Corpo d’Armata di Firenze replicato non essere l’invocato provvedimento giustificato da alcuna impellente necessità che si riferisce alle esigenze di origine generale e militare.
    Se non per cura del Cav. Sindaco Peverada , furono in via ufficiosa rinnovate premure vivissime direttamente presso il Generale Bertolè – Viale Comandante l’8° Corpo d’Armata e quindi con nota de’ 14 gennaio anno corrente, il Comando stesso ebbe a significare che avendo avuto occasione di prendere nuovamente in esame la dislocazione delle truppe di quel Corpo d’Armata, e tenuta presente la domanda trasmessa, aveva creduto di dover rappresentare al Ministero della Guerra come avesse potuto forse essere conveniente aumentare il Presidio di Fanteria in Pisa trasferendovi il Comando di un Reggimento di Fanteria con relativo deposito e due battaglioni, ivi compreso che attualmente ha sede.
    Che il Ministero della Guerra aveva replicato al Comando suddetto che qualora si prevedesse attuabile la suindicata proposta per la dislocazione definitiva, si procurasse intanto di acquartierare anco provvisoriamente in Pisa le suddette unità semprechè il Municipio fosse disposto a coadiuvare l’Amministrazione Militare nel risolvere la questione”.

    Terminato il prefato Comando con le seguenti parole:
    “Nella certezza che a codesta Civica Rappresentanza riuscirà gradita circostanza che ora le si presenta, di vedere esaudito un desiderio ad una domanda già da essa avanzata dell’Autorità Superiore questo Comando dispone tosto perché il Sig. Direttore Territoriale del Genio Militare di Firenze si ponga in diretta comunicazione Colla S.V. per esporle quali sarebbero le occorrenze alla quali bisognerebbe far fronte per attuare il divisato aumento di Presidio, e per accogliere le offerte che codesto Municipio starà per fare, affine di facilitare l’adozione di una misura che al certo sarà foriera di non lieve vantaggio per la città della S.V. così degnamente rappresentata”.
    “Dopo questa lettera infatti il Sig. Colonnello Direttore Territoriale del Genio Militare di Firenze si pose in diretta comunicazione col Sindaco e recatosi più volte a Pisa, unitamente all’Autorità Municipale si dette anzitutto alla ricerca dei locali nei quali acquartierare tanto provvisoriamente che definitivamente il Comando e Deposito del nuovo Reggimento come del Battaglione in aumento a quello esistente.
    Furono perciò visitati l’ex Convento di San Francesco, quello delle Cappuccine e quello di San Benedetto di recente abbandonato dalle monache e già chiesto dal Comune al Governo, ai termini della legge sulla soppressione delle Corporazioni Religiose().
    Senza entrare nei dettagli dei risultati delle ispezioni praticate, basterà far conoscere al Consiglio che dopo accurato studio tanto l’Autorità Comunale che Militare dovettero convincersi che non sarebbe stato possibile l’acquartieramento definitivo del Reggimento negli stabili degli ex Conventi sopra rammentati, nei quali soltanto si riscontrò possibile, quando si facessero alcuni lavori importanti di restauro, l’acquartieramento provvisorio del Reggimento.
    Per quello definitivo fu giudicato conveniente di ricercare una vasta zona entro la città nella quale poter costruire di sana pianta i locali per la nuova Caserma e pel Comando.

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    Contratto della caserma

    Contratto stipulato tra  l’amministrazione militare e il Comune di Pisa anno 1885

    GENIO MILITARE DIREZIONE TERRITORIALE FIRENZE COMANDO LOCALI DI LIVORNO
    Sezione di PISA Piazza di PISA

    ————°°°°°°°°°————

    Contratto stipulato fra l’Amministrazione Militare ed il Municipio di Pisa, per stabilire il concorso di quest’ultimo, sia in terreni che in denaro, per provvedere all’ accasermamento provvisorio e definitivo in Pisa di un Reggimento di fanteria (Comando e due Battaglioni).

    L’anno milleottocentoottantacinque (1885) addì venticinque (25) del mese di luglio, alle ore 10 antimeridiane, nell’Ufficio della Sezione suddetta situato in via la Perdola n. 3 rosso, primo piano, a rogito di me Griggi Biagio, ragioniere geometra del Genio Militare Segretario delegato a ricevere gli atti pubblici amministrativi, ed alla presenza dei signori Orlandini Tommaso e Marzotti Antonio testimoni idonei e richiesti unitamente dalle parti contraenti, e sottoscritti meco appiè del presente

    S I A N O T O

    Che addì nove (9) giugno 1885, fra l’Amministrazione Militare rappresentata dal signor Tenente Colonnello Cav. Sabbia Francesco, Comandante locale del Genio Militare di Livorno ed il municipio di questa città rappresentato dal proprio Sindaco signor Peverada Cav. Laopoldo, venne concordato e sottoscritto uno schema di convenzione per stabilire il concorso del denaro, per provvedere allo accasermamento provvisorio e definitivo in Pisa di un Reggimento di Fanteria (Comando e due Battaglioni.
    Che tale schema essendo stato approvato dal Ministero della Guerra con dispaccio in data 18 giugno 1885 (Direzione Generale del Genio n. 8051), si addiviene per conseguenza alla stipulazione del relativo contratto in forma pubblica amministrativa come dal predetto Ministero viene ordinato, che a tale effetto sono convenuti il signor Guglielmo Fonseca Capitano Capo Sezione del Genio Militare di Pisa, rappresentante l’Amministrazione Militare, e il signor Peverada Cav. Leopoldo Sindaco di Pisa in qualità di rappresentante dell’Amministrazione Comunale ed il signor Salvi Antonio delegato della locale Intendenza di Finanza quale rappresentante il Demanio, hanno concordato quanto espresso:

    Art. 1
    Il Municipio di Pisa cede in uso gratuito all’Amministrazione Militare di fabbricati ex Convento di San Francesco e San Benedetto() per servire il primo per uso acquartieramento provvisorio dei suindicati battaglioni continuando l’altro a rimanere Caserma demaniale di San Martino, ed il secondo per il Comando del Reggimento coi relativi uffici, Stato Maggiore e Deposito.

    Art. 2
    Tale concessione s’intenderà duratura fino a tanto che non si sia provveduto all’accasermamento definitivo del suaccennato Battaglione, Comando, Stato Maggiore e Deposito.

    Art. 3
    Il progetto di sistemazione dei due fabbricati predetto per destinarsi agli usi innanzi sarà studiato per cura dell’Amministrazione Militare, ma sarà poi venduto dalla Giunta Municipale e firmato dal Sindaco.
    Però la Giunta non potrà opporsi se non a quei lavori che denaturando assolutamente gli stabili in parola ne diminuissero il valore per i casi di risoluzione della presente risoluzione.

    Art. 4
    Il Municipio di Pisa si obbliga ad effettuare la consegna all’amministrazione Militare dei fabbricati di San Francesco e San Benedetto con cortili terreni ed accessori annessi non appena gliene verrà fatta richiesta, e di tale consegna si farà constatare mediante verbale e relativi inventari a seconda di quanto prescritto dall’appositi regolamenti militari L’Amministrazione Militare poi è tenuta a conservare al Municipio tutti gli oggetti d’arte: epigrafi, statue, quadri ed ogni qualunque altra cosa di simile natura, che nei lavori di adattamento dovesse rimuoversi dai fabbricati concessi.
    Il Municipio ha perciò anche il diritto di far assistere persona di sua fiducia alla rimozione di simili oggetti.
    Come si presenta oggi l’ingresso della Caserma San Francesco. Il nome della stessa si nota scritta sull’arco sovrastante il portone di ingresso

     

    Art. 5
    Durante che i suaccennati stabili rimarranno occupati dall’Amministrazione Militare per l’uso di cui sopra, è riservata a questa facoltà di fargli eseguire a propria cura e spese tutti quei lavori che potranno in seguito occorrere per migliorare le condizioni dello accasermamento provvisorio, riservandosi soltanto il Municipio di dare il suo consenso, quando si trattasse di demolizioni o di altri lavori tendenti a diminuire il valore degli stabili.

    Art. 6
    Durante l’occupazione dei sopra accennati stabili saranno a carico dell’Amministrazione Militare:

    • Tutte le spese di manutenzione e buona conservazione.
      Le imposte da pagarsi al Regio Erario ed alla Provincia, ma non quelle dovute al Comune.
    • Il canone annuo di lire 250 (duecentocinquanta) che il Municipio deve pagare al fondo per il culto per la parte redditizia dell’ex Convento di San Benedetto.

    Art. 7
    Il municipio si obbliga a conservare per tutta la durata dell’occupazione degli stabili in parola l’acqua potabile di cui sono attualmente dotati.

    Art. 8
    Per l’accasermamento definitivo dei sopra accennati Reparti di Truppa …. Guerra e di consegnare gratuitamente all’Amministrazione Militare per farvi erigere i fabbricati occorrenti per l’assestamento definitivo dei ripetuti Reparti di Truppa e Comando di Reggimento, la zona di terreno con piccolo fabbricato annesso situato entro la conta della città e delimitata dalla via Solferino, lungo le mura, via Savi e dei Museo().

    art.9
    Il Comune di Pisa concorre fino ad un terzo delle spese che complessivamente saranno necessarie per l’attuazione dei progetti dei lavori di cui agli articoli 3° ed 8°, semprechè questo terzo, riferito all’ammontare netto da ribasso delle spese in parola, non superi le centomila lire (100.000).
    Tale concorso pecuniario sarà distinto in due quote riferentesi l’una alle spese di adattamento provvisorio a Caserma dei due stabili di San Francesco e San Benedetto e l’altra alle spese per la costruzione dei nuovi fabbricati da erigersi sull’area da espropriarsi dal Comune, e così:
    le prime saranno completamente a carico del Comune purché non superino le lire cinquantamila (50.000) nette da ribasso, in caso diverso il di sovra sarà pagato dall’Amministrazione Militare;
    conseguentemente per le nuove costruzioni predette, al Comune rimarrà da pagare la differenza fra l’ammontare del suo concorso pecuniario complessivo e la somma che avrà realmente pagata a senso del precedente capoverso.

    Art. 10
    Per regolare siffatti pagamenti nel capitolato dei lavori di adattamento degli stabili di San Francesco e di San benedetto da compilarsi come si è detto, dall’Amministrazione Militare e che servirà una apposita condizione particolare mercè cui sarà stabilito il pagamento alla impresa dei lavori in proporzione del loro progredire sarà fatta per cura a spese del Comune di Pisa finno alla concorrenza di lire 50.000 – nette e similmente nei capitoli dei lavori per le nuove costruzioni, sarà pure inserita una condizione particolare con la quale fissandosi in lire 25.000 l’ammontare degli acconti da corrispondersi all’impresa in ragione dei 9/10 dei lavori eseguiti ad eccezione dell’ultimo che potrà essere minore, verrà stabilita per gli ultimi acconto fino alla concorrenza della sua contribuzione saranno pagati dal comune di Pisa.

    Art. 11
    A garanzia dell’esecuzione dei patti di cui all’articolo precedente, il Sindaco di Pisa od un suo delegato interverrà alla stipulazione e firmerà i due contratti che saranno rogati dall’Amministrazione Militare per i lavori di accasermamento provvisorio e definitivo, intendendo l’Amministrazione stessa di declinare ogni e qualunque responsabilità verso le imprese dei pagamenti loro dovuti dal comune.

    Art. 12
    Dalla data di consegna all’Amministrazione Militare della zona di terreno ed annesso fabbricato da espropriarsi dal Municipio e di cui è cenno all’articolo 8° dovranno far carico all’Amministrazione Militare tutte le imposte da pagarsi per la medesima al Regio Erario ed alla Provincia, non quelle dovute dal Comune.

    Art. 13
    Non appena i locali da costruirsi nella zona di terreno, cui all’articolo 8° saranno igienicamente occupabili, verranno ivi trasferiti il Battaglione, Comando, Stato Maggiore, Deposito, provvisoriamente stabiliti negli ex Conventi di San Francesco e San Benedetto, e questi stabili verranno restituiti al Municipio redigendo appositi verbali di restituzione, in base ai documenti di cui all’articolo 4° nello stato però cui si troveranno a quell’epoca e senza che l’Amministrazione Militare sia tenuta a rimettere le cose in primitivo stato restando in facoltà della medesima di asportare a propria cure e spese tutti gli oggetti di arredamento benché infissi come palchetti a zaino, rastrelliera a bisaccia colle rispettive mensole, rastrelliere d’ armi, letti da campo, casotti da sentinella, scaffali da magazzino, cavalletti portaselle, colonnini batti fianchi, rastrelliere a fieno e mangiatoie da scuderie, fornelli per rancio della truppa, ed altri consimili oggetti, nonché le stufe, caloriferi ed altri oggetti di riscaldamento con tutti i rispettivi accessori che vi furono nessi in opera dall’Amministrazione Militare.

    Art. 14
    Qualora con l’andar del tempo l’Amministrazione Militare si trovasse nel caso di dover ritirare la sede del Reggimento di Fanteria da Pisa, ed i nuovi edifici da costruirsi nella zona di terreno di cui all’articolo 8° rimanessero definitivamente disoccupati da truppe ne fossero destinati per altri usi militari, la proprietà dei medesimi sarà devoluta al Demanio dello Stato con l’obbligo però di rimborsare al Municipio le spese del medesimo incontrate per l’acquisto della zona di terreno di cui all’ articolo 8° nel limite che sarà stata effettivamente pagata all’atto dell’acquisto.

    Art. 15
    Sarà poi riservato al Municipio per il caso previsto dall’articolo precedente quattordicesimo il diritto di prelazione qualora il Regio Governo intendesse vendere i nuovi fabbricati per il prezzo che risulterà dall’apposita stima che verrà fatta dall’Amministrazione Militare per mezzo del locale Ufficio del Genio Militare defalcandone però il costo della zona di cui sopra a parola qualora non si sia già stata corrisposta al Municipio per effetto del disposto dall’articolo 14.

    Art. 16
    Tutte le spese inerenti al presente contratto saranno a carico dell’Amministrazione Militare.

    Art. 17
    Il presente contratto non sarà valido senza l’approvazione del Ministero della Guerra, dopodiché avrà effetto come pubblico strumento.
    Per la ratifica delle sue espresse condizioni, le parti contraenti ed i predetti testimoni hanno firmato il presente atto:

    Il Sindaco della Città di Pisa
    f.to Leopoldo PEVERADA

    Il Rapp. l’Amm.ne Militare
    f.to Guglielmo FONSECA Cap. del Genio Militare

    I Rapp. del Demanio
    f.to Antonio SALDI

    Ric. del Demanio
    n. 2 Testimoni

    f.to Antonio MARZOTTI

    f.to Tommaso ORLANDINI

    Il Segretario
    f.to B. GRIGGI

    Per copia conforme
    f.to il Rag. Geom. B. GRIGGI

    Visto il Capo Sezione – f.to ANTONUCCI

     

    Registrato a Pisa il 9 settembre 1885, n. 241, vol. 57 – pubblicato gratis.
    ————————-
    Approvato con Decreto Ministeriale in data 118 Agosto 1885, n. 436, comunicato alla Sezione con attergato del Comando locale di Livorno in data 3 settembre 1885, n. 2425.

     

    Fonte: Archivio di Stato –  Pisa

     

     

     

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